Un treno di pendolari, uno spaccato di umanità. Tanti i tipi: appartengono a categorie riconoscibili.
Quelli più anziani, il lavoratore dipendente, l’operaio, portano stampati negli occhi i segni della fatica di vivere. La loro voglia di parlare è poca, tuffano guardinghi la testa nel giornale. Sanno che non puoi scegliere chi ti tocca per vicino, e non hanno nessuna voglia di metterla in politica.
Certo, si potrebbe ripiegare sul pallone, ma il ragazzo con il piercing e l’orecchino non si sa come la potrebbe prendere, ove appurasse che non sei tifoso del Napoli.
Così, dovresti imparare a stare zitto: brucia ancora sulla pelle qualche zuffa non cercata, eppure trovata, allorché si provò a difendere i “professori” che predicavano austerità e rigore nei conti pubblici. Si rivoltò l’intero vagone, da sinistra e da destra.
Se dovesse passare, inatteso, un venditore di almanacchi, il saggio viaggiatore avrebbe perciò solo il compito di soffocare, con prudente cautela, le inquietudini di sempre.
E’ ormai ottobre. Sarà felice questa stagione nuova? O sarà come negli orribili mesi trascorsi? Mesi di guerre, di stragi, di leggi spietate del più forte?
Scorrono nella mente gli argomenti del giorno, trasformati nella lingua forbita del venditore leopardiano, che potrebbe dire: “Oh illustrissimo, il futuro sarà sicuramente prospero. La congiuntura astrale non è mai stata così favorevole. Ha saputo del rating del Bel Paese? E del lavoro che è per tutti? Le Pleiadi e i Gemelli sono in linea. Il cielo stellato disegna il corno dell’abbondanza, che è pronto a riversarsi sui felici mortali. Se non ha Saturno contro ed è un eccellentissimo signore, pensi che, a Cortina come a Capri, non v’è stato un posto libero. E le belle damigelle col tubino grigio, che favola! E i pacchi milionari della sera? Non ne trae anche Ella sereni auspici? Possibile che non ascolti mai un telegiornale delle reti nazionali”?
“Messere, ma che dice?”, abbocca il viaggiatore, che di mestiere è precettore: “Davvero non ha sentore delle fabbriche che chiudono nei nostri distretti? Ho contezza che che il debito pubblico è ormai di gran lungo superiore alla produzione del nostro principato. Lessi sul Monitore che il rapporto è al 138%, una delle percentuali più elevate a livello europeo, con un aumento di 2,5 punti rispetto all’anno precedente. Sarà vero che solo la Grecia ha un indicatore peggiore di quello della nostra Nazione? Forse Lei ignora che dal 2020 il costo del paniere di beni e servizi, pari a 100 di base, in cinque anni è aumentato di oltre il 20%? E l’inflazione (se Ella sapesse di cosa parliamo) non si è portata quest’anno all’1,7%, con un trend che mette, da un quinquennio, a dura prova i cosiddetti “redditi fissi”?
E quelle notizie sui nostri ospedali, dove si entra per essere curati e si corre il rischio di scomparire dalle liste dell’anagrafe? E i magistrati sbeffeggiati e vilipesi; i diseredati del terzo mondo condannati alla morte in mare? Nella scuola dove insegno, tanti precari che conoscevo non sono stati riconfermati. Come faranno a sopravvivere, senza una giusta mercede?”.
“Mi pare, garzoncello – gli viene risposto in uno scintillio di bianchi canini – che Ella indulga al pessimismo. D’altronde, avevo già capito dalla testata dell’ebdomadario che consulta, quale sia il suo perverso orientamento, si direbbe quasi nichilista. Ella finge di ignorare che abbiamo superato la perfida Francia nella ricchezza pro capite e che, pur nella crisi generale, siamo quelli che hanno le migliori prospettive di ripresa per il futuro! E la lieta novella dello spread, lo spread che si assottiglia sempre di più, non lo ha rilevata negli articoli di fondo dei nostri guru?”.
“Compri piuttosto l’Almanacco, vedrà che Barbanera prevede l’età dell’oro a venire, con benessere e ordine per tutti!”.
Non persuaso, il viaggiatore azzarda qualche difesa, riferendo sulla decadenza dei principi e sugli insulti che lo statuto, inciso sulla pergamena sacra, starebbe subendo di questi tempi, chiamando a testimone una sfilza di fautori della divisione dei poteri.
Ci si aspetterebbe a tal punto che, come nell’operetta morale, il venditore incrinasse le sue certezze e rispondesse “Si vede chiaro che Ella è d’opinione che sia stato di più peso il male che è toccato, che il bene dichiarato…e non potrei che condividere, come ora s’adusa”.
Esplode, al contrario, un’invettiva collettiva: “Pendolare zecca, nemico del paese, chiameremo il controllore perché forse non ha pagato il biglietto e, seppure l’ha pagato, non si può fare propaganda sovversiva su un treno popolare”.
Confortato dall’opinione del vagone, l’almanacco viene arrotolato come un cilindro, fino a diventare corpo contundente, e discendono, dal cielo, giù fendenti sul capo del viaggiatore incauto.
Si pretendono persino i trenta centesimi del giornale lacerato.
Il venditore si sposta poi nel vagone di fianco, come nulla fosse accaduto, e lo si sente riprendere, con voce flautata: almanacchi nuovi, lunari nuovi.

