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Venerdì in versi

Amelia Rosselli scrivere per “cambiare la prosa del mondo”

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Amelia Rosselli

Perdona le colpe come io rimetto i terrori
abroga le dure feste, i fasti, i languori
festa della tua carne, le
sonore gioie.

Con la punta della lingua sbiadita
versi trasparenti
una libidine di saggezza.

Ho vinto solo il vizio
di strapparmi la fede
a contatto con il mio regno di improvvise
somministrazioni di dubbi
il mio senso di continuità a singhiozzo.

 

Amelia Rosselli letta da Anna Toscano

 

 

Per Amelia Rosselli le poesie sono punti di vita vissuta, un dare al mondo, a un anonimo mondo che la legge, la sua vita privata. Le sue liriche sono una “insolita esperienza esistenziale” in cui dichiara di avere le “mani sporcate di inchiostro per amarvi”, e in cui il macabro scherzo tra sangue e inchiostro non è solo metaforico. L’esistenza di Amelia traspare, trasuda, tracima, dai suoi scritti, una vita che raccoglie nel ritmo, nel lessico, nella sintassi, nella metrica, non solo la sua ma anche una storia di famiglia e famiglie che si condensa in ogni verso. Sono dei travasi dal quotidiano alla carta, così come “la morte annuncia i suoi travasi”, nel tentativo di “cambiare la prosa del mondo”. Leggendola e scrivendone netta è la sensazione che per lei siano indispensabili parole spogliate da ogni altro autore, termini con cui non si possa vestire nessun altro poeta, quanto è la straordinaria unicità di Rosselli. Tale unicità nasce da una storia personale in cui ha imperato la “tirannia dei rapporti” e la tirannia degli eventi, in cui “troppo nel sole la vita che si spegne”: nei suoi versi la sensazione che dilaga è proprio quella della vita, il sole, che nega la vita stessa, seppur nel quotidiano dibattersi per la sopravvivenza. I “terrori” che la portano a scrivere “con la punta della lingua sbiadita / versi trasparenti”, sono terrori di un regno in cui i dubbi vengono somministrati proprio come una medicina: la medicina del dubbio ha come posologia l’improvviso per incrementare un “senso di continuità” destabilizzante quanto vitale. Poesie come punti per tentare di combattere il “a singhiozzo”, per creare un “largo esperimento”, punto dopo punto, per combattere “la morte dolce compagna / ti ritira fuori dalle aspirazioni”.

 

 

Amelia Rosselli, Le poesie, Garzanti, Milano 1997

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ANNA TOSCANO

Vive a Venezia, insegna presso l’Università Ca’ Foscari e collabora con altre facoltà. Scrive per testate, tra cui Il Sole24 Ore e Doppiozero. Sesta e ultima raccolta di poesie è Al buffet con la morte, La Vita Felice 2018, preceduta da Una telefonata di mattina, 2016, Doso la polvere, 2012; liriche, racconti e saggi sono rintracciabili in riviste e antologie; sua curatela di cataloghi e libri di poesie. Ha ideato e condotto la trasmissione radiofonica Virgole di poesia per Radio Ca’ Foscari e racconti sui suoi luoghi del cuore per Le Meraviglie di Rai Radio 3. Per la testata on-line La Rivista Intelligente cura Venerdì in versi. È stata editor per case editrici, lavorato come ufficio stampa; ha collaborato con varie scuole di scrittura e ha fondato “Lo Squero della parola”, laboratorio di scrittura. Come fotografa suoi scatti sono apparsi in riviste, manifesti, copertine di libri, mostre personali e collettive. Varie le esperienze teatrali, tra le quali “Voce di donna Voce di Goliarda Sapienza”. www.annatoscano.eu

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