Analisi comparata del canto dei colombacci

Premetto che il bird-watching e il bird-listening dei colombi dal collare o colombacci nella zona di Sassi (precollina torinese) va avanti da quasi un ventennio, con persino l’osservazione ravvicinata per due anni consecutivi della creazione del nido di rametti all’interno della chioma di un’annosa magnolia grandiflora, con la successiva nascita e l’accudimento dei voraci nidiacei in pigiama biancastro, fino allo svezzamento e al primo volo, o svolo!
Verso le sei e mezzo del mattino a partire da febbraio i colombacci iniziano a fare udire il loro rauco ma ben sonoro canto, che si compone di una prima frase a volte solo bofonchiata di 4 sillabe: PU PU PúPU, seguita da 5 sillabe: PU PUU PU PúPU, che si ripete normalmente da tre a quattro volte, l’ultima seguita sempre da un PU solitario, quasi a voler completare numericamente la prima frase di 4…
I canti si susseguono, spesso rispondendosi, per buona parte della mattinata e anche nel pomeriggio.
Si è notato che nella prima fase mattutina gli uccelli sono più ciarlieri, o comunque hanno necessità di ribadire il “concetto” più volte, per cui le frasi sono quattro, a volte addirittura cinque (il record assoluto, rarissimo, essendo di sei), poi calano a tre, che è la frequenza più normale, e anche a due.
Se l’uccello è poco canterino, o qualcosa lo disturba e lo interrompe, può emettere anche solo la prima frase, o al massimo due; sempre prolungando la seconda sillaba, in modo petulante assertivo.
Ultima annotazione: a meno di un chilometro di distanza da Sassi, verso la riva del Po, si odono colombacci esibirsi nelle solite tre frasi, ma facendole seguire da un doppio PU conclusivo.

 

6 commenti su “Analisi comparata del canto dei colombacci”

  1. FEDERICO MADERNO

    Oh, interessante coincidenza: ne vengo da leggere un articolo su una rivista gestita da colombacci. Inizia pressappoco così: “Premetto che il man-watching e il man-listening degli umani o umanoidi nella zona di Sassi (precollina torinese) va avanti da quasi un ventennio, con persino l’osservazione ravvicinata per due anni consecutivi della costruzione di una casa di mattoni sotto la chioma di un’annosa magnolia…”
    Morello imprevedibile come sempre.

    1. Martini roberto

      il canto dei colombacci differisce da quello delle tortore solo nella parte finale . le tortore si limitano al pu puu pu senza il secco pupù finale.

      gli umanoidi , specie nel periodo infantile, usano lo stesso verso quando hanno un impellente bisogno di defecare

  2. marco morello

    Le tortore producono il loro triplice PU (il secondo più lungo) per sei o sette volte, magari anche dieci; i colombacci risultano più modulati nelle loro frasi da cinque PU, ma si limitano nel numero di frasi come indicato a monte, o a frasca.

  3. Paolo Delicato

    Interessante, in fondo la natura da sempre parla ed ascoltarla è sempre bello. Quando abitavo da ragazzo vicinissimo a Villa Savoia (oggi Villa Ada) Spesso si posavano nel mio terrazzo tanti uccelli diversi e molto colorati, li osservavo per un pò da dietro la tenda, poi qualcos’altro mi coinvolgeva.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Torna in alto