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CARO, CARISSIMO BABBO NATALE

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Caro, carissimo babbo Natale
qui piove, tira vento
è un autunno freddo questo
e io sto invecchiando
invecchio più in fretta di quanto prevedevo.
Ti scrivo in anticipo:
delle Poste di Stato mi fido assai poco
ho perso fiducia in tante rispettabili cose.
Natale è a dicembre
nonostante nei centri di culto del commercio mondiale
già cominci a novembre:
io te lo chiedo, in ogni modo, per tempo.
Quest’anno, non portarmi regali.
Portami via
per sempre
portami via
da qui.

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MASSIMO SALVADORI

Nasco a Modena, ma rivendico ascendenze liguri, toscane, venete. Trapiantato a Napoli, rimango uomo di pianura: il grido dei gabbiani è una sorpresa quotidiana che ad ogni giorno e notte si rinnova. Insegno filosofia in un liceo di frontiera, ma i confini, si sa, sono un’invenzione e la realtà riesce anche a superare metafisica e immaginazione. Scrivo quando le parole assomigliano a quel che sento e sono: a volte penso, a volte vivo, il più delle volte devo invece impegnarmi a sopravvivere. Dal 2015 collaboro a LRì, un’esperienza azzurra di amici, amiche e di parole.

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