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AL BAR DEL POSTA

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Gennaio 1951
Legno, luci soffuse, tutto è caldo, accogliente e perfetto. Tutti si conoscono, tutti si riconoscono. Si sorseggia Skywasser.
– Cortina è tornata a noi…
-…noi pochi…
– partiti cannibali, domenicanti e natalanti, partite le famigliole che si fotografano con l’orso.
– …. pare fossero venticinquemila, eravamo assediati! Finché non hanno sbloccato le strade dalla neve sembrava che non sarebbero più partiti… ah, gente che spende ottomila lire al giorno solo per guardarci da lontano…


– Ma presto arriveranno i carnevalanti… e si ricomincerà…
– à propos, qualcuno di voi scenderà a valle per il ballo di Charles de Beistegui a Palazzo Labia?
– Tu sai sempre tutto… dicono si vestirà da re Sole. Un uomo davvero timido e introverso. Io andrò soltanto al ballo a palazzo Volpi… non mi mescolo col démi monde.
Il chiacchiericcio si interrompe. La porta si è spalancata, una sedicenne bionda dal passo deciso è entrata portandosi dietro una folata di neve. Imperiosa. Olghina di Robilant. Qualcuno al tavolo sussurra commenti.
– Naso aristocraticissimo… allure implacabile
– Sandra Marin è più bella, secondo me –  sussurra Missy.
Passa il bellissimo Mario Franchetti, e le donne lo seguono con gli occhi.
Passa Tassilo Fürstenberg. Un altro bell’uomo. Missy sospira. Ma suo marito la guarda sospettoso.
– Domani c’è lo slalom sul Druscié… vado a vederlo, c’è Zeno Colò.
– Io tengo per Albino!


– Ci sarà anche quel rossino sfrenato, Eugenio Monti? Dicono che passerà al bob, mah…
– Ah ah ah Zeno il rude abetonese… sapete cosa ha risposto a una fanciulla che si fingeva giornalista per intervistarlo da vicino?
– Massì amore lo sa tutta Cortina! Le ha risposto <<signorina io sono sposato>> e l’ha squadrata severo…
– Alla enorme cena dei Gazzoni, lo ricordate il bel Nuvolo che cantava, in lacrime, Fru Fru del Tabarin…. Decisamente autobiografico, il frivolone…. Adesso con chi sta, con Anna Maria Cic…
– Zitta, pettegola! E credo che sia stata sostituita da ben altra. Tragedie! Clandestinissimi!
– Zitta tu, Adriana, la moglie, è qui fuori… non ha ancora asciugato le lacrime!


– Ma se c’era anche lei, quando Annibale Scotti ci ha trascinati giù dal Faloria dietro al maestro che suonava la fisarmonica e cantava…
– e cantava anche lei a pieni polmoni…. C’erano Oda Gadda e il bavone Lombavdo… C’era anche Lorian Franchetti?
– gente sportiva… qualcuno di voi invece ha visto qualche Ruspoli sugli sci?
– Esseri notturni… è impossibile.


Fuori dal Posta è crepuscolo grigio, che vela le montagne. La Funivia del Pocol, anzi del Belvedere, è ferma. Un tassista annoiato si appoggia alla sua vecchia Balilla. Tutto è quieto e solo. Una giovane donna si appoggia ai bastoncini da sci di bambù. Indossa, come usa, un fazzolettino in testa. Da sotto il maglione le spunta una camicetta bianca. La giacca a vento nera è semiaperta. Sorride non si sa a chi, non si sa perché.

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GIOVANNA NUVOLETTI

Sono nata nel 1942, a Milano. In gioventù ho fatto foto per il Mondo e L’Espresso, che allora erano grandi, in bianco e nero, e attenti alla qualità delle immagini che pubblicavano. Facevo reportage, cercavo immagini serie, impegnate. Mi piaceva, ma i miei tre figli erano piccoli e potevo lavorare poco. Imparavo. Più avanti, quando i ragazzi sono stati più grandi, ho fotografato per vivere. Non ero felice di lavorare in pubblicità e beauty, dove producevo immagini commerciali, senza creatività; ma me la sono cavata. Ogni tanto, per me stessa e pochi clienti speciali, scattavo qualche foto che valeva la pena. Alla fine degli anni ’80 ho cambiato mestiere e sono diventata giornalista. Scrivevo di costume, società e divulgazione scientifica, per diversi periodici. Mi divertivo, mi impegnavo e guadagnavo bene. Ho anche fondato con soci un posto dove si faceva cultura, si beveva bene e si mangiava semplice: il circolo Pietrasanta, a Milano. Poi, credo fosse il 1999, mi è venuta una “piccolissima invalidità” di cui non ho voglia di parlare. Sono rimasta chiusa in casa per quattro/cinque anni, leggendo due libri al giorno. Nel 2005, mi sono ributtata nella vita come potevo: ho trovato un genio adorabile che mi ha insegnato a usare internet. Due giovani amici mi hanno costretta a iscrivermi a FB. Ho pubblicato due romanzi con Fazi, "Dove i gamberi d’acqua dolce non nuotano più" nel 2007 e "L’era del cinghiale rosso" nel 2008, e un ebook con RCS, "Piccolo Manuale di Misoginia" nel 2014. Nel 2011 ho fondato la Rivista che state leggendo, dove dirigo la parte artistico letteraria e dove, finalmente, unisco scrittura e fotografia, nel modo che piace a me.

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