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De rerum caudae

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Ovvero: l’esistenza reale degli automobilisti nella fila che scorre non è dimostrata.

L’automobilista rassegnata

1. La fila di automobili nella quale ti troverai sarà sempre quella immobile.
2. Spostandoti nella fila di automobili che scorre, questa diventerà automaticamente immobile.
3. Appena scegli una fila e ci entri, quella si blocca per ben 20 minuti, mentre tuo marito urla e smoccola piegato sul volante.
4. Sarai nella fila di automobili che scorre, e proprio per questo il tizio davanti a te tamponerà il camion carico di pecore che lo precede.
5. Appena la via sarà libera, pigerai sull’acceleratore nell’unico tratto di strada dove è appena stato installato un autovelox.
6. Ti troverai in coda sotto un tunnel non illuminato, senza segnale radio e telefonico, ma con l’inquietante e inspiegabile presenza di Radio Maria.
7. Nell’ingorgo epocale, i vicini d’automobile con i quali potrai familiarizzare per ammazzare il tempo saranno, nell’ordine: i coniugi che stanno andando in tribunale per la loro separazione litigiosa; la primipara appena uscita dalla maternità con urlanti gemelli; il camionista balcanico fiatella alcolica munito, con la faccia rassicurante di Arkan, la tigre.
8. Dopo un quarto d’ora di tentativi, riuscirai a spostarti nella fila che scorre. Ma sarà quella con il restringimento per lavori in corso che ti costringerà a rimpiangere la fila precedente.
9. La durata dell’ingorgo sarà direttamente proporzionale alla pienezza della tua vescica. E tu sei donna: di fermarti sul ciglio della strada per aprire la patta non se ne parla neppure.

Il furgonista che ne ha fatta di strada

1. L’ingorgo di cui si parla non è autostradale, è la “Monade Ingorgo”, capace di replicarsi in ogni dove, anche sul vialetto di casa. Il modello di funzionamento del GRA di Roma è stato esportato in tutta Italia: autointasante ed autoreplicante.
2. Calvino, nelle sue “Cosmicomiche”, aveva risolto il dilemma di quale fila prendere grazie a una rivoltella chiusa nel portaoggetti. Un killer ti insegue finchè non ti accorgi che pure tu stai inseguendo qualcuno. Per scoprire chi è il primo non basta suonare il clacson.
3. Sei entrato nella fila che fino a poco prima scorreva, eppure sei fermo da 20 minuti, non hai nessuno con cui smoccolare e nemmeno una rivoltella nel cruscotto.
4. Appena la strada sarà libera ci sarà qualcuno che schizzerà via come un razzo, scordandosi dell’indicazione “Autovelox”, superata 50 metri prima, e del camion di pecore, che sta 50 metri avanti.
5. Hai appena finito di pensare “Per fortuna non hanno tamponato anche me”, quando senti un botto e “vedi” l’immagine del tuo carico di miele, mischiato col vino, la confettura di cotogne, il salame e i vetri rotti. È il momento di mettere il CD puntato sul Dies Irae del Requiem di Verdi.
6. Vorresti sapere cosa sta succedendo, ma mentre Radio Maria si prende anche nella Fossa delle Marianne, Isoradio scompare, sull’A1, tra Incisa e Pian del Voglio. Fuori autostrada, dovunque tu vada, puoi solo interrogare il volo dei falchi, se ci sono.
7. In alternativa alla radio, puoi chiedere informazioni a chi ti viaggia accanto: un TIR balcanico con uno scappamento grosso come una ciminiera; una pazza venuta a partorire sull’autostrada in un giorno da bollino nero; due coppie che litigano, una munita di avvocato e l’altra no. Tutti insieme si danno da fare per mettere alla prova i tuoi principi sulla fratellanza universale.
8. Prima di fare un ultimo tentativo per portarvi nella fila che scorre, ricordatevi di chiudere e firmare il testamento: vostro cugino, emigrato 45 anni fa in Australia, potrebbe tornare all’improvviso e falsificarlo per prendersi la vostra ruota di scorta.
9. Ti scappa, ma non hai un furgone a quattro porte per poterne aprirne due sullo stesso lato ed accucciarti lì in mezzo. Mentre sei lì a farla, anche se ti trovi su un viadotto alto 700 metri, spunta fuori una povera crista che sta lì a vendersi. Ti elenca le sue tariffe mentre tu diventi rosso come un tizzone.

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Paolo Messina

Nasce nel 1960 a Porto d’Ischia in una sera d’aprile. Nel ‘66 la famiglia si trasferisce a Roma. Studia fino alla maturità scientifica, in uno dei più turbolenti licei della capitale negli anni compresi tra il golpe in Cile e il rapimento Moro. Qua conosce la sua compagna di banco e di avventura, Laura. Nel 1980 già lavorano entrambi, ma si accorgono che c’è solo un’estate a vent'anni, perciò comprano una moto, si licenziano e partono in un viaggio che finisce quando finiscono i soldi, tenuti nascosti in un rotolo di carta igienica. Nel 1981 grazie a un concorso fatto ai tempi del liceo Paolo ottiene un impiego presso una grande azienda di servizi a capitale statale. Comprano una piccola casa a Roma, zona Magliana, quella della banda, contando di poter tornare a Ischia appena possibile ma non è possibile. Nel 1991 mantiene la promessa di trasferirsi al mare e va in Maremma. Qui, quando non sopporta più di essere un triste impiegato in un triste ufficio di una triste azienda si licenzia. Ora è titolare di una piccola ma prestigiosa azienda nel settore enogastronomico di qualità tipica e biologica. Da quasi quarant’anni non è sposato con Laura. Paolo Messina ha scritto due raccolte di racconti, stampate in proprio da PC in poche decine di copie, e la raccolta “Interferenze Indiscrete”, tramite il sito “Il miolibro” de La Feltrinelli. ha pubblicato nel 2007 per Il Filo editore la raccolta di poesie “Baci di Arcobaleni Sbiechi”. Del 2011 pubblica su La Rivista Intelligente, di cui dal 2012 è collaboratore stabile.”

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