Ecco perché non riesco a resistere alla tentazione di razzolare nei mercatini dell’usato. Ammetto, questo è vero, che sono diventato dipendente dal “grufolare tra le carabattole”, ma quando mi vengono gli scrupoli, quando inizio a pensare che farò una brutta fine, mi consolo subito, all’idea che peggio sarebbe se impiegassi quei soldi per l’utilizzo di sostanze strane o anche solo per il fumo (e non sarebbe il peggio).
Certo è che sono anche sfortunato. Se capita la giornata in cui sembra concretizzarsi la possibilità, se non di una guarigione, almeno di una attenuazione della malattia, ti capitano cose che provocano repentine ricadute e una recrudescenza della dipendenza.
Domenica scorsa ero andato quasi inutilmente a curiosare in una di quelle congerie di oggetti improbabili. Pareva, davvero, che non ci fosse niente di interessante, ma poi, ravattando (genovese per rovistando) in uno scatolone, salta fuori una tazza di rara fattura, con un decoro che non può dirsi banale. La giro. Sotto, c’è un marchio verdino molto sbiadito, che mi ricorda confusamente qualcosa. Cerco ancora e lì vicino, in un mare di bicchierini spaiati, compare il suo piattino, con lo stesso ornamento. Questa volta, il marchio è sufficientemente chiaro: si tratta della manifattura “La Colonnata” di Sesto Fiorentino, uno dei marchi più celebri e prestigiosi del ‘900. Gli oggetti potrebbero avere cento anni, ma sembrano nuovi.
Chiedo alla Signora quanto vuole per i due pezzi, e lei mi dice: “Se le interessa di quella roba lì, ce ne dev’essere ancora qualcuna, in quegli scatoloni lì in fondo”. Non ci penso nemmeno un secondo: scavalco due file di contenitori rischiando di impattare contro altri “cercatori di quella roba lì” e vado a grufolare in una maniera indegna, da vergognarsene.
Prima scovo una lattiera, poi un’altra tazza e altro ancora. Alla fine, davanti a me c’è un servizio completo e miracolosamente quasi intatto: teiera, lattiera, zuccheriera, sei tazze e relativi piattini. Un bollino di oreficeria, sulla teiera, indica che il decoro è in argento (bordo e filo nel motivo floreale).
Chiedo alla Signora quanto vuole per tutto. Mi propone una cifra della quale mi vergognerò per una settimana buona, ma anche lei è contenta per essersi liberata di un po’ di cose fragili. Io come al solito sono più felice per aver salvato oggetti irripetibili che per aver fatto un affare. Però, la malattia ha ripreso vigore. Vagheggio già altri ritrovamenti miracolosi. Si accettano consigli.

Immagine dell'Autore
In milanese, ravanare😉… pare di vederti.
Non è un bello spettacolo.
Quelles trouvailles ! Bravò !
C’è poca virtù. La bellezza mi sembra evidente, basta scavare nel mucchio.
Fratello, I feel you
Solidarietà.