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Manuale di sopravvivenza

Du gatti e na marchetta

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Dura la vita di una Sfescion blogger… ti infilano in cose che mai avresti pensato di fare, ma alle quali non puoi proprio dire no.
Vi racconto l’ultima: l’altro giorno mi chiama la mia amica Gessica con la Gi, che lavora per una grande azienda di cibo per cani e gatti.
“Sfescion, ho un lavoro per te. Ti ho fatta mettere in un gruppo di dieci Fashion blogger se-le-zio-na-tis-si-me per una marchetta niente male: dovete venire nella city e passare una giornata tutte assieme. Voi e i vostri cani e gatti. Ci sarà anche un fotografo, un veterinario e buffet aggratis. Poi racconterai tutto sul tuo blog, infiocchettandolo per bene.”
“Tutto qui, Gessica con la Gi?”
“Se, te piacerebbe… no, nelle settimane successive scriverai dei post per promuovere Pappa&ciccia, il nuovo prodotto che abbiamo lanciato da poco sul mercato.”
“E in cambio cosa otterrò?”
“Dodici chili di Pappa&ciccia, un topolino di tela, due blocknotes con i cani sopra e una penna fluorescente con dentro dei pesciolini finti.”
È decisamente la proposta più assurda che mi sia arrivata. Ma non posso dire no a Gessica con la Gi, visto che sono la sua testimone di nozze e mi ospita sempre nella city, per la Sfescion Uic. Ho le mani legate.
“C’è solo un piccolo particolare: io non ho né cani né gatti.”
“Beh? Ti presto io, i miei piccolini, che ti sono tanto affezionati.”
Mi addobbo per bene e vado a passare la giornata con le Fashion blogger e i loro sgorbietti, trendy dalla punta delle orecchie alle zampette. Mentre le dieci se-le-zio-na-tis-si-me stanno a posà, io mi defilo per un tête à tête con il buffet, di certo più interessante di cicci, frou-frou, paolina e nomi assurdi vari. E i piccolini? Chissenefrega. Mica sono gatti miei.
Trascorro le successive settimane a scrivere post deliranti su quanto il pelo di Pimpi e Brad sia diventato più morbido, gli occhi più puliti e meno lacrimosi, e, miracolo, su quanto i loro bisognini siano diventati piccoli e solidi. Ovviamente tutto grazie all’uso di Pappa&ciccia: di che altro, sennò?
A fine mese, mando un’e-mail a Gessica con la Gi, con i link ai post e il mio indirizzo, per avere il mio compenso in natura (che piazzerò subito su ebay).
Lei è tutta contenta per il mio lavoro, così tanto che il suo temibile boss, le ha proposto di farmi un’intervista via scaip, per rendere ancora più reale i miei scritti.
“Ma siamo matti? Questo no, mi rifiuto!”
“Vuoi mica che il boss se la prenda con me? Quindi la fai e basta.”
Così mi ritrovo mio malgrado nella rete di una scaip call a rispondere a domande del tipo: “Cosa rende speciale i tuoi gatti?” o “Facci la loro imitazione”, per concludere con un CHEEEESE dopo il quale posso anche andare a prendere una pala e sotterrarmi. Per sempre.

 www.ericavagliengo.com 

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Erica Vagliengo

Web journalist, blogger e writer di Torino. Collabora con marieclaire.it , punktmagazine.it, La Rivista Intelligente. E' direttore responsabile di Scenario. Ha scritto per donnareporter.com, excelsiormilano.com, notenews.it, Oggi7 (il settimanale di Americaoggi). Da piccola si sentiva un mix tra Mary Poppins e Virginia Woolf e la maestra delle elementari le predisse che sarebbe diventata un’autrice Harmony. Non ancora paga si è ulteriormente complicata la vita con la sua alias, Emma Travet, la protagonista del romanzo "Voglio scrivere per Vanity Fair ", edito dalla goWare.

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