“Avern sperava che quei due non mandassero tutto a puttane e scalassero la classifica dei Criminali Più Idioti Che Ho Mai Conosciuto”. (Leonard, Mr Paradise)
L’11 ottobre 2025 si celebra il centenario della nascita di Elmore Leonard, e speriamo che per l’occasione Einaudi ristampi il bel volume di “Tutti i racconti western” pubblicato nel 2008. Conosciamo molti dei film che Hollywood ha tratto dai suoi romanzi e racconti. Tra i più belli: “Jackie Brown” di Tarantino; “Out of Sight” e “Get Shorty” di Sonnenfeld. Classici Western: “Hombre”, “Io sono Valdez”, “Quel treno per Yuma”. Crime: “Be Cool”, con John Travolta; “Killshot”; la serie TV “Justified” con Raylan, lo sceriffo sexy (Timothy Oliphant).
Ben 27 tra romanzi e racconti di Leonard sono stati adattati per il cinema e la TV. “Quei film erano terribili. Ci mettevano dentro le cose ovvie che io avevo scartato”. Dai tempi di Scott Fitzgerald, il cinema ha sfruttato e distrutto le sceneggiature di grandi autori. Leonard salva solo Tarantino e Sonnenfeld per fedeltà al testo. In un’intervista ci spiega: “I film trattano l’esteriore, e i libri l’interiore. Per il cinema è difficile interiorizzare. Sono riuscito a vendere tanti miei libri perché sembrano facili da filmare. Sono scritti in scene, e le storie si muovono attraverso il dialogo. Quando riduci un mio libro di 350 pagine a 120, molto buon materiale sparisce, perché il cinema è più interessato alla trama che allo sviluppo dei personaggi”.
Leonard iniziò a scrivere giovanissimo, ispirato proprio dai film western in voga negli anni ’40 e ‘50. Pubblicò il suo primo racconto western nel 1951 (“La pista Apache”), e non era mai stato nel West. Nato a New Orleans, si era poi trasferito a Detroit. Si basò soltanto su ricerche, per stimolare l’immaginazione già fervida. Ricerche sugli Apache, la cavalleria, l’Arizona negli anni 1880. “Mi sono abbonato alla rivista ‘Arizona Highways’. Era tutto lì. Foto a colori che potevo usare per le mie descrizioni, dettagli che potevo mettere, come se sapessi di cosa stavo parlando”.
Allora, ben 25 riviste pubblicavano racconti western. Leonard si alzava presto, dalle 5 alle 7 di mattina scriveva, prima di andare al suo lavoro di copywriter per la Chevrolet. Non faceva colazione finché non aveva scritto due pagine. “La perseveranza di star seduto lì da solo e darci dentro”. (Leonard) Nonostante i molti rifiuti, continuò a scrivere e a migliorare il suo stile. “Scrivendo il romanzo ‘Io sono Valdez’ ho scoperto che potevo lasciarmi andare, concentrarmi a dare vita ai personaggi con tratti riconoscibili, e ignorare le convenzioni dei racconti western”.
La narrativa di genere si basa sulla trama. Leonard non era interessato alle trame, ma ai personaggi cattivi. I western, come pure i gialli, sono letteratura di massa: un uomo incontra una donna, il buono sconfigge il cattivo, le trame condite di moralismo tragico. In Leonard è sempre presente una vena di humor nero. Banditi, mafiosi e poliziotti fanno battute spassose e spinte, non c’è l’impassibilità silenziosa a cui ci siamo abituati con gli scrittori “hardboiled”.
Nel romanzo “Punch al rum” (da cui il film “Jackie Brown”): “Hai divorziato e ti sei risposata. Che mi dici del tuo attuale marito”? “È morto l’anno scorso”. “Usa e getta,” disse Nicolet. “Che tipo di lavoro faceva?” “Beveva”, rispose Jackie.
Da “Tishomingo Blues”: “Arlen è un gangster, è nel ‘crimine disorganizzato’, la mafia sudista. La chiamano la ‘cosa nostra del granturco’, per farla sembrare una roba carina, ma sono tutti dei luridi”.
Da “Gibuti”: “Il proprietario della nave potrebbe benissimo essere bin Laden. Chissà se qualcuno lo chiama davvero così. ‘Ehi, bin, tutto ben?”
A Leonard non piacciono le descrizioni del tempo che fa. La sua più lunga: “Era estate, c’era ogni tipo d’insetti a far casino là fuori”. Anche la descrizione dei personaggi è scarna, espressa dal pensiero indiretto di un farabutto che ne osserva un altro. “Giudico i personaggi da come parlano. Li lascio parlare e il lettore scoprirà che aspetto hanno. Non voglio che il lettore sia consapevole di me come scrittore. Lo stile del romanziere classico è l’autore onnisciente, che ha tutte le parole. Io mi affido ai miei personaggi. È quel che Hemingway ha detto sul proprio stile, che è assenza di stile. Mi sento più a mio agio se lascio che i personaggi agiscano piuttosto che raccontare io la storia. Non costruisco trame. Sto a vedere quel che succede. Creo la trama man mano che procedo”. (Leonard)
Negli anni ’60 il mercato era ormai saturo di western, sia nei film che nei libri. Nel 1959 c’erano in TV ben trenta serie western in prima serata. “La TV ha ucciso il Western”, dice Leonard. La sua agente gli consigliò di cambiare genere e, a malincuore, per altri 40 anni Leonard scrisse romanzi gialli. Passò dei mesi a frequentare le stazioni di polizia di Detroit, assorbendo l’atmosfera e ascoltando come parlavano i detective, i criminali, gli avvocati e i testimoni. I suoi cowboy dal grilletto facile furono trasportati dai paesaggi western ad ambienti urbani. In “Killshot”, un mezzosangue indiano è trasformato in un sicario della Mafia. Leonard scombina anche le convenzioni del genere “crime”. Satirizza il sistema giudiziario. Normalizza i criminali, ritraendoli come personaggi buffi, pieni di stranezze.
“Sai, dopo un po’ sono tutte uguali, le rapine in banca. Devi sempre inventarti qualcosa per renderle interessanti”. “Certo, diventa noioso come qualunque altro lavoro. Che so, furto con scasso…” (“Out of Sight”)
“Hai presente come portava il cappello? Si capiva subito che aveva un atteggiamento da a-me-non-me-ne-frega-un-beato-cazzo”. (“Out of Sight”)
Nel romanzo “Out of Sight”, Leonard commette l’infrazione massima alle convenzioni del ‘crime’: fa innamorare un delinquente e una poliziotta. Nel film, George Clooney, rapinatore di banche, evade di prigione e si innamora di una sceriffa (Jennifer Lopez) che lo insegue, forse per amore o per arrestarlo. L’FBI torchia la sceriffa per incastrarlo: “Dicci se ha segni particolari sul corpo”. “Ha le lettere v-a-b-i tatuate sul pene, quando ce l’ha moscio. Ma appena gli si rizza compare scritto Vaffanculo l’FBI”.
Nel romanzo “Swag”, un onesto venditore di auto diventa rapinatore per aumentare il suo reddito, e inventa “10 regole per rapine riuscite”. Il romanzo e i racconti col personaggio dello sceriffo Raylan (serie TV “Justified”) hanno un’atmosfera western, anche se ambientati a Miami e in Kentucky. Mettere indiani e cowboy in città moderne come Miami e Detroit crea un contrasto con effetti sorprendenti. “La Magnum ficcata nei jeans… Ti piacciono quelli un po’ trucidi. L’ho sempre detto, che il confine tra gli sbirri cowboy e i rapinatori a mano armata è parecchio labile”. (“Out of Sight”)
Leonard usa un’altra tecnica che trascende le convenzioni di genere: invece del solito narratore intrusivo, cambia continuamente i punti di vista, e descrive le azioni e l’aspetto di ogni personaggio attraverso gli occhi di un altro. Non gli piace il melodramma, il pessimismo di Raymond Chandler e Dashiell Hammett, l’uso che facevano delle donne per eccitare i lettori, o la scrittura sofisticata.
Secondo la critica americana Joan Acocella, “i generi letterari non sono tenuti in gran stima perché si attengono a una formula facile da seguire (e da leggere). Se uno scrittore di gialli vuol trattare temi amorosi o esistenziali, c’è un limite a quanto delicato o raffinato possa essere, perché se diventa troppo interessante, viola la formula. Leonard, specie negli ultimi suoi romanzi, viola tutte le formule”.
Durante la sua lunga carriera di scrittore, Leonard era stato sottovalutato dalla critica per la popolarità dei suoi libri, le vendite record, i film di cassetta. I suoi romanzi, quasi totalmente dialogati, parevano scritti come sceneggiature per futuri film. Solo negli ultimi anni è stato rivalutato da scrittori letterari, tra cui la canadese Margaret Atwood e l’inglese Martin Amis.
“Un romanzo senza qualche crimine o frode non si può dire sia una rappresentazione accurata della realtà di oggi in America, dove gli omicidi casuali sono così comuni che la maggior parte non viene segnalata. Se la banca ti ha portato via la fattoria e ha estromesso la tua famiglia, non è almeno un po’ eroico mettere le mani sulla sua cassa? La versione americana del rapinatore come eroe popolare è molto potente”. (Atwood)
Chi è più sfavorito (“underdog”) di un criminale? chiede Leonard. Anche i cattivi si alzano il mattino e fanno colazione, starnutiscono, telefonano alla madre, e poi rapinano una banca. Leonard ignora i personaggi non criminali: i cittadini onesti, le persone che potrebbero far avanzare la trama del romanzo risolvendo i crimini. I suoi truffatori sono più interessanti, e fanno di tutto per uscire dalla classe degli underdog. È più divertente essere un rapinatore, perché è rischioso e puoi farla franca con comportamenti proibiti. “Le cose che Leonard ha fatto per quattro decenni sono davvero facili perché le fa sembrare facili? Solo perché è un Luna Park e la gente si diverte con ciò che fai, significa che non è un’abilità seria?” (Atwood)
Sembra facile aver l’orecchio per il dialogo sgrammaticato dei ghetti neri di Detroit, far parlare i personaggi con i loro diversi dialetti e accenti, cancellare qualche congiunzione o pronome relativo, inserire un tempo verbale difettoso, ma è così che la vita ti salta addosso dalle pagine di Leonard. Come nel parlato realistico di Charles Dickens, ci vuole arte per creare tanta mimesi ironica. Martin Amis ha definito Leonard il “Dickens di Detroit”. “Leonard è americano come il jazz. In America, Leonard è un ‘romanziere nazionale’, concetto che è quasi morto con Dickens. Io e Saul Bellow concordiamo in questo: per un’infusione generosa di piacere narrativo in una prosa miracolosamente purgata da tutte le false qualità, non c’è nessuno come Elmore Leonard”.
Anche Leonard, come il rapinatore di banche, ha le sue “10 regole” per scrivere bene:
1.L’incipit di un libro non deve mai descrivere che tempo fa.
2.Evita i prologhi.
3.Non usare mai altro verbo che ‘disse’ per portare avanti il dialogo.
4.Non usare mai un avverbio per modificare il verbo ‘disse’ (egli ammonì gravemente).
5.Tieni sotto controllo i punti esclamativi. Ti sono permessi non più di due o tre per ogni 100.000 parole di prosa.
6.Non usare mai le parole ‘improvvisamente’ o ‘si scatenò l’inferno’.
7.Usa il gergo, il dialetto regionale, con parsimonia.
8.Evita descrizioni dettagliate dei personaggi.
9.Non entrare nei dettagli a descrivere luoghi e cose.
10.Cerca di omettere la parte che i lettori tendono a saltare.
La mia regola più importante, che riassume le dieci: “Se suona come scrittura letteraria, la riscrivo”.
Le migliori critiche che Leonard abbia ricevuto sono dei suoi lettori: “I detenuti vogliono sapere come ho fatto a entrare nella loro mente. Mi chiedono: Sei mai finito dentro?”
Una lettrice ha scritto: “Mio marito si sta stancando di me perché passo più tempo a letto con un libro di Elmore Leonard che con lui. Allora gli ho detto: Attira la mia attenzione”


bello (come sa Patrizia Tenda), divertente e utile 😉
❤️👍👍👌🏻
Ho tralasciato due punti importanti per questioni di spazio:
– Nei racconti e nel romanzo con lo sceriffo Rylan (serie TV “Justified”), Leonard ridicolizza i suprematisti bianchi, gentaglia rozza e deficiente, i nonni dei MAGA. Leonard rispetta i suoi personaggi, anche se delinquono, ma in questo caso, con lo sceriffo, si sente legittimato (justified) a punirli.
– Non ho menzionato la raccolta di racconti “Quando le donne aprono le danze”, con figure femminili dirompenti, che tengono testa ai loro uomini banditi e criminali, sono più intelligenti, e anche assassine, se necessario.
Molti dei libri di Leonard sono fuori stampa, ma in biblioteca sono ancora lì che vi aspettano 🤠
👍👌
Occorre rimediare subito, grazie Patrizia per il tuo contributo prezioso🌺
❤️
Riflessione sul crimine come teatro dell’assurdo. I personaggi non sono eroi negativi, ma comparse tragicomiche in un mondo dove anche i cattivi hanno una madre — e forse un cuore, seppur malfunzionante.
devo rileggere – e leggere i non ancora letti
mai letto nulla di Leonard il western non è il mio genere, ma ora sono tentata…. grazie Patrizia!
Non conoscevo. Ora sono molto curiosa. Interessante lettura. E questo interesse per i “cattivi” stuzzica la mia voglia di leggere. Soprattutto i racconti sulle figure femminili. Grazie Patrizia
❤️