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Società

Fermiamoci ai Pavesini

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“Quando arriviamo?”

“Quando ci fermiamo al Pavesini?”

Gli anni sessanta stavano per finire. Le automobili erano quasi tutte FIAT e le autostrade erano piste migratorie su cui arrancavano 600, 850, 500, qualche 124, qualche rarissimo gioiello fuoriserie. I Pavesini, come li chiamavo io, o Pavesi, per essere precisi, erano gli autogrill della nostra infanzia. Luoghi magici già nell’architettura: c’era il “disco volante” di Varazze, che sembrava un’astronave extraterrestre atterrata sulle sponde del Mar Ligure, o “quello grande” di Fiorenzuola d’Arda, il primo a ponte costruito in Europa. Luoghi magici soprattutto dentro. L’arredamento era ispirato a quello dei drive-in americani e per noi, cresciuti nella cultura dei tinelli, aveva qualcosa di esotico ed erotico. L’aria, che era già condizionata, profumava di fresco e di avventura. A noi bambini sembrava di essere arrivati in paradiso. Dagli scaffali si affacciavano giochi e giocattoli, gadget (ma la parola non esisteva ancora) e sorprese per tutta la famiglia. E tutto questo – ecco l’idea geniale – era legato a pacchetti di biscotti, scatole di dolcetti, stecche di cioccolato. Mamma e papà ti compravano una pistola di plastica pagandola un occhio della testa e tu credevi di averla trovata in premio con una scatola di biscotti secchi. Non si usciva mai da un Pavesini senza niente in mano, e nemmeno senza niente al collo: una collana di cicche a forma di pallina colorata o una striscia di leccalecca così dolci da spingere anche il bambino più goloso sulla via del salutismo. Erano luoghi magici, ma anche incantate macchine del tempo. Sembravano avamposti del futuro, abbarbicati lungo le autostrade a indicarci un sogno ingenuo di modernità e di “magnifiche sorti e progressive”. Vedevamo il Duemila come un’epoca di automobili volanti e di viaggi tra le stelle. Ci credevamo destinati all’impossibile. Poi il Duemila è arrivato e passato. Le autostrade sono piste migratorie su cui arrancano scatole di latta quasi identiche a quelle di allora. La magia degli autogrill si è spenta. Dei nostri sogni rimane l’autostrada. L’autostrada della vacanza che segna già la nostra lontananza.

 

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Stefano Bandera

Nato nel ’63, è scrittore nella vita e cosmonauta nell’arte. Ha pubblicato una quindicina di libri per bambini e ragazzi, uno dei quali, Il primo libro dei mostri, ha anche vinto un premio. Nel suo e-book Acqua su Marte, le due anime - di scrittore e cosmonauta - si sono finalmente riunite. Non fa versi e stira le camicie mentre medita Nietzsche.

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