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Frida Kahlo, artista della vita

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Una colomba e un elefante. Un amore di inedita, struggente intensità e purezza quello tra Frida Kahlo e Diego Rivera che J. Le Clezio racconta nel suo romanzo biografia. Frida, il corpo segnato dal terribile incidente in cui è stata coinvolta a diciotto anni, s’innamorò di Diego, più grande di lei di venti anni. Un amore che mescolò le loro vite, fedele nonostante i continui reciproci tradimenti. Un amore che contaminò la loro arte. Frida iniziò a dipingere come Diego, e questi dipinse alla maniera di Frida.
Alle Scuderie del Quirinale la rassegna dedicata alla pittrice messicana ripercorre la storia del legame che fu la fonte più importante di ispirazione artistica di entrambi i pittori; permea l’opera di Rivera in modo discreto e sensibile, mentre è più appariscente, sfrontata, nei quadri di Frida Kahlo. Sono esposte bellissime fotografie della coppia, dei loro amici, nonché scritti, diari e riprodotti filmati. È così possibile comprendere meglio le loro personalità in relazione all’epoca in cui vissero, epoca di grandi ideali e battaglie ideologiche. Si scopre che Diego Rivera, membro del partito comunista messicano, invitò Lev Trockij in Messico. Egli fu prima suo ospite, poi dei genitori di Frida a Coyoacàn dove nel 1940 venne brutalmente ammazzato. La coppia ebbe relazioni anche con altri intellettuali e personalità del tempo come Tina Modotti, Julio Antonio Mella e, inaspettatamente, Henri Ford.
Un video commuove più degli altri: Frida e Diego sono nel giardino della loro casa. Lei è vestita, come al solito, con il tradizionale costume degli indios. Si muove con grazia. Fa la vezzosa come una bambina. E come una bambina prende la mano del suo uomo, la bacia, se la porta al viso, si fa accarezzare. In quei gesti c’è tutto il suo amore per Diego: marito e amante, padre e figlio, rivoluzione e Messico, indio oppresso, spagnolo oppressore, intellettuale raffinato, mercante senza scrupoli, medico ostinato, che l’ha curata fino alla morte.
Non fu un amore impossibile, ma una storia durata più di venticinque anni, fatta di vita, arte, libertà, non di divieti e di morte. La mostra ne dà ampia dimostrazione: tra tanti un autoritratto di Frida con una collana di spine. Lei, con il sangue che le scorre lungo il collo, ci guarda fiera, con un lieve ironico sorriso, per urlarci tutta la sua testarda voglia di vivere.

da Frida Kahlo, in mostra dal 20 marzo al 31 agosto 2014. Scuderie del Quirinale, Roma
Immagine: Frida Kahlo, Autoritratto con collana di spine e colibrì. 1940

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MARIA PASQUA MAIZZI

è psicologa, psicoterapeuta, scrittrice e poetessa. Per un suo ex paziente anche teologa, titolo che ha sempre smentito senza riuscire a convincere di ciò il paziente che continua a crederla tale. È ritenuta una poetessa emergente dell’era della globalizzazione e dell’omologazione culturale strisciante per cui non ha mai riscosso un successo di massa, qualcuno ritiene sia una delle più importanti figure della cultura mondiale, nonché una delle principali del no brand letterario; la profondità della sua riflessione sull'esclusione e sulla marginalizzazione della condizione umana – di ispirazione materialista – ne fa anche una psicologa di spessore, a volte sottovalutata, anche se viene di tanto in tanto interpellata come esperta della materia, così attualmente ricopre l’incarico onorifico di componente del comitato scientifico del centro studi di Confindustria Foggia. La qualità lirica della sua poesia l’ ha resa una protagonista centrale nel panorama letterario e culturale europeo (non si può dimenticare che Foggia nonostante i suoi ritardi e arretramenti nella classifica sulla qualità della vita è Europa) ma non internazionale, per la notorietà oltre i confini è necessaria una mentalità megaloname che non ha. Di vastissima cultura, inizialmente sostenitrice della corrente ispirata alle opere dei malati mentali e dei naif non riesce mai ad approdare alla corrente dei neomelodici che esaltano i valori della società dei consumi pleonastici in una egemonia di sussistenza. Le sue posizioni materialiste – derivate principalmente dalla sua formazione scientifica si formano invece sulla lettura dei grandi psicologi europei e internazionali a cui ella unisce però il personale contributo critico.

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