Gli arcaismi di Giorgio Monicelli

Nel 1953 Mondadori pubblicò nella Medusa il libro di Saul Bellow del ’44 “L’uomo in bilico” (poi n. 50 degli Oscar, aprile 1966, 290 pp.), per la traduzione di Giorgio Monicelli, che appare piuttosto datata ormai, al netto dei numerosi errori di stampa: a partire dai Ciò non ostante, i da per tutto, e nullameno per nondimeno

A pagina 27 si legge “mi sorrise tutta obliosa”; a pag. 38 “si oblia fino a essere un eccellente impiegato”; e a p. 108: “E si obliò, non ostante la gravità del momento, fino a sorridere”.

(49): “ti ho saluto prima, non te ne sei accorto?”.
(89): il diario di Joseph copre il periodo da metà dicembre ’42 a inizio aprile ’43, ma gli ‘album di dischi’ ci sembrano un po’ anticipati, rispetto al lancio sul mercato dei primi 33 giri nel’48 (mentre nel ’53, anno della traduzione, ovviamente c’erano già).
(95): “le idee che riveli” per ‘manifesti’, ‘esprimi’.
(99): “Il disco finì; lo ricominciai” … Lo riavvii, lo feci ripartire.
(142): “Vada sulla forca anche il casamento”. (imprecazione tipicamente piemontarda?)
(144/5): “Mar dei Caribi”.
(149): “m’occorse di trovarla a letto”.
(149): “la lampada dalle foglie di bronze”.
(166/7): “Nella megapoli tutto questo è possibile”. (?!)
(173): “dal quale sputavano fuori le automobili” … Spuntavano.
(179): “I ghiaccioli e i rabeschi sui vetri delle finestre si sono fatti brillanti”.
(209): “Costruzione ideale, uno spediente ossessivo”.
(215): “guardava la neve ammulinarsi sulla strada”.
(221): ‘iemalità’, raro per ‘invernalità’ (che però non esiste!).
(252): “a nutrirci d’intestino di carpa per vivere trecento anni” … Capra ?
(260): ‘gesto’ per ‘gesso’.
(276): ‘aria tepida’; ma poi due volte a p. 277: ‘aria tiepida’.
(281): ‘montatoio’ per ‘predellino’.
(288): “Non le si dovrebbe dar fido”.
(288): “c’era un elemento proditorio del buon senso negli stessi obietti del buon senso” (?!)

Concludiamo qui, fidando nel buon senso!

1 commento su “Gli arcaismi di Giorgio Monicelli”

  1. Molto interessante. L’evoluzione della lingua e dunque anche delle traduzioni è un segno dei tempi. Alcune soluzioni linguistiche, però, lasciano un po’ basiti, quasi che certi arcaismi siano voluti. E infatti, ogni tanto si nota qualche soluzione più “moderna”. In quanto ai “refusi” ed agli errori, lo stupore è ancora maggiore. Grazie, Morello.

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