Gli odori che ancora oggi amo

Nonna è tramonto e galline,
nonna è le uova raccolte al mattino,
nonna è campagna nel grano,

nonna è il ponte
che sovrasta il canale.

Nonna è l’odore di talco la sera
che arieggia nel letto,
nel letto, nel mondo, e si stende
ballando e saltando tra le lenzuola.

Certi ricordi ti restano dentro
perché ti si stampano nelle narici.

Nonna è la stalla, i colombi e i conigli,
è l’aia gigante davanti alla casa.

Nonna è sbuffare grigliando la carne
e ad ogni saluto è un profluvio di scuse
per il suo odore di affumicato.

Nonna è lasagna, tortellini in brodo,
nonna è il sorriso che a volte incornicia
quel piccolo spazio tra gli incisivi.
Nonna è la lacca coi bigodini
che mette i capelli seduti composti.

Nonna è gli odori che ancora oggi sento.
Nonna è gli odori che ancora oggi amo.

Nonna è la nebbia d’inverno in Pianura
la stufa già calda, il legno che brucia,
l’odore di cimice al rogo.

Nonna è il sunlin di dopo mangiato,
la mancia che il nonno non deve sapere,
nonna è le chiacchiere di rane all’alba,
nonna è zanzare dovunque in estate.

Nonna voleva, l’ha detto lei stessa
correre nuda, da sola in campagna.
Chissà se adesso che ormai se n’è andata
ritorna e rimane lì nuda d’estate.

10 commenti su “Gli odori che ancora oggi amo”

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