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Google plus o come si dice, Gugol plas

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E  mo’ ci si mette pure Google+, Google plus, anzi Gogol plas. Vogliono fare la concorrenza a FB. Fino a poco tempo la snobbavano. “Noi, concorrenti di Zuckerberg?” proclamava il presidente Schmidt “ma figuriamoci. Neanche per sogno!” Altro modello di bisnes. Seh. Adesso ci rosicano, e dopo le clamorose sbianche di Buzz e Wave (li avete mai provati? Pure sòle), se ne escono con Circles, una cosina per stare solo tra eppi fius, piccoli clubbettini per amici intimissimi. Poi ci sono Sparks per le nius, Hangoutper condividere documenti, e parlare in compagnia. Quest’ultimo potrebbe essere simpatico per le riunioni di redazione di L.R.I… vediamo. E vedremo anche come funzionerà l’altra gogolcreatura,Instant Upload.

Se sono buoni e caldi e facili e veloci e plastici, potremmo anche trasferircisi in blocco. Non possiamo escludere nulla. Siamo pratici, egoisti e interessati, noi.

Per ora non siamo invogliatissimi a iscriverci a quattro social netuorc al posto di una. Restiamo fedeli a alla nostra feisbuc. Finché dura l’amore.

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GIOVANNA NUVOLETTI

Sono nata nel 1942, a Milano. In gioventù ho fatto foto per il Mondo e L’Espresso, che allora erano grandi, in bianco e nero, e attenti alla qualità delle immagini che pubblicavano. Facevo reportage, cercavo immagini serie, impegnate. Mi piaceva, ma i miei tre figli erano piccoli e potevo lavorare poco. Imparavo. Più avanti, quando i ragazzi sono stati più grandi, ho fotografato per vivere. Non ero felice di lavorare in pubblicità e beauty, dove producevo immagini commerciali, senza creatività; ma me la sono cavata. Ogni tanto, per me stessa e pochi clienti speciali, scattavo qualche foto che valeva la pena. Alla fine degli anni ’80 ho cambiato mestiere e sono diventata giornalista. Scrivevo di costume, società e divulgazione scientifica, per diversi periodici. Mi divertivo, mi impegnavo e guadagnavo bene. Ho anche fondato con soci un posto dove si faceva cultura, si beveva bene e si mangiava semplice: il circolo Pietrasanta, a Milano. Poi, credo fosse il 1999, mi è venuta una “piccolissima invalidità” di cui non ho voglia di parlare. Sono rimasta chiusa in casa per quattro/cinque anni, leggendo due libri al giorno. Nel 2005, mi sono ributtata nella vita come potevo: ho trovato un genio adorabile che mi ha insegnato a usare internet. Due giovani amici mi hanno costretta a iscrivermi a FB. Ho pubblicato due romanzi con Fazi, "Dove i gamberi d’acqua dolce non nuotano più" nel 2007 e "L’era del cinghiale rosso" nel 2008, e un ebook con RCS, "Piccolo Manuale di Misoginia" nel 2014. Nel 2011 ho fondato la Rivista che state leggendo, dove dirigo la parte artistico letteraria e dove, finalmente, unisco scrittura e fotografia, nel modo che piace a me.

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