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Costumi

Gran bei tempi

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Quelli sì che erano bei tempi. Dio, che gran bei tempi! Non c’era casa dalla quale fossi escluso, salotto che non potessi frequentare: bar, bettole, bordelli, boudoir, bicocche… ovunque arrivassi ero accolto da sorrisi, esclamazioni di gioia e alte grida di benvenuto. Ho assistito ai più grandi eventi del secolo scorso da punti di vista privilegiati.
Ho bevuto con George Harrison dopo l’incisione di “Here comes the sun”. Stava bene, parlava a ruota libera dei suoi futuri progetti con la musica indiana, la sua più recente ossessione, ed era comunque sicuro che avrebbe ancora suonato con Paul, John e Ringo. Io non ero così d’accordo, ma non volevo certo smontare i suoi entusiasmi.
Quando hanno sparato a Kennedy, ero nella cucina della Casa Bianca, appoggiato al bancone. Sapete, quello sotto la finestra che affaccia sul lato nord del giardino. Eravamo tutti sconvolti, inebetiti: qualcuno, non ricordo chi, mi urtò con il gomito facendomi infrangere sul pavimento.
Ho guardato le migliori partite di calcio spalmato su appiccicaticce sedie di formica dei bar di periferia. Dio, Italia-Spagna del 1994! Ah, mon Dieu, vive la France! Urlavo nel 1998.
Non ho mai sdegnato nemmeno le cene intime e private. Non vi dico a quante proposte di matrimonio ho assistito, ho perso il conto dei compleanni dei bambini. Le manifestazioni sportive poi! Stavo all’arrivo a incitare tutti, dai primi agli ultimi. Che non si dica che non sono democratico!
Da qualche anno, la ruota della mia sorte è girata. Va male, molto male. Mi sono sentito dire che sono vecchio, costoso… i più ormai mi chiamano piaga, veleno, danno: non vogliono che i bambini mi vengano vicino e a me i bambini sono sempre piaciuti tanto. Le porte mi vengono sbattute in faccia, una dopo l’altra. Certo, ho ancora qualche amico fedele, qualcuno che non mi rinnega e mi consente di vivere dignitosamente, ma sono rimasti in pochi.
Quando mi presento, “Buongiorno, sono l’olio di palma”, vengo accolto da versi di disgusto e sguardi sgomenti. Che volete, i tempi d’oro passano per tutti.

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GIULIA PRETTA

Bicciolana da metà anni Ottanta. Fa torte e pratica yoga. Scrive e corregge ciò che gli altri scrivono. Appassionata sostenitrice delle -d eufoniche

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