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Società

Il Beppe Natante

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Nu ghe credeiva mancu mi, belin mia, nemmeno io mi davo tanto retta quando provavo e riprovavo i pessi pe i prugrammi cu u Pippo Baldo. E invece di strada ne ho fatta tanta e g’ho anche a tribbuna d’onore paa Sandoia. Forza Samp, a proposgitu, non è vero che u San Doria è il santo dei nesci (insipienti, NdT). Genoa Genoa vaffanculo alè o o!
E oua sun chì. Sono qui, davanti allo stretto di Sicilia, dove ci volevano fare un ponte, ma oua u punte sun mi. Il Ponte Natante per l’Italia nuova, robba che mancu u Mao, mancu u Mussolini. Zena urgugliusa posuit, me veddu già u munumento che metteranno a Quarto vicino a quello dei Mille per celebrare la mia presa della Sicilia.
G’ho n pitinin de malincunia in sciu fa da seia ( ho un poco di malinconia nel far della sera, NdT). Mi vien in mente una vecchia canzone zeneize che traduco da solo per fare vedere che padroneggio l’Italiano (gli Italiani li sto per padroneggiare alla grande): – Quando sul far della sera luci nu ghe n’è chiù c’è una barchetta a vela gh’è na barchetta a veia … –
Romanticismo melanconico già evidente nelle mie chiome. Belinoni voi che mi credete solo un rutilante politico dei nuovi media. Io sono solo uno che sfida l’andropausa con il teatro di sé medesimo.
Lo stretto davanti a me, la legge muscolare dentro di me. Un po’ di ciccia ghe n’è, ma la politica carica, i fan sun beli cadi, ee donne m’aspetan a Mescin-na ( non è Medina, solo Messina, ma un culto è nato, NdT).
Vaggu? Nu vaggu?
Il dubbio amletico che quel zeneize du Montale mi instillò fin da picin sulla ponderatezza ed opportunità di un tuffo, sia pur nella piscina del Lido di Albaro, mi assale.
– Esterina, i vent’anni ti minacciano… –
Vado. Anche n pitin a bretiu, un po’ in disordine, u cavellu spetenou, ma vado.
Allargherò lo stretto a suon di poderose, virili bracciate, cacciando ogni fantasma di andropausa dalla mia mente. A Gloia l’è sulu pe’ mi.
Le turgide bracciate di un Condottiero, di un Vate Genovese, di un santo, di un poeta, di un navigatore saranno presto su twitter, su facebook, nelle pagine del Doria Club di Sant’Ilario.
Mia chì, guarda qui, dirà la fruttivendola di salita Pollaioli. Mi voterà. Sciben!
E guardatemi bene, voi, beline della razza di chi rimane a terra.

 

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