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Il calcio mi viene a noia

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le donne non sopportano il calcio

Il calcio mi ha sempre annoiato: non l’ho mai capito e non ho mai sopportato la sigla della “Domenica sportiva”, perché mi ricordava, con puntualità, che il giorno dopo sarebbe stato lunedì, l’inizio dell’ennesima poco brillante settimana scolastica.

L’unica volta in cui mi sono emozionata è stato ai Mondiali ’82. Avevo cinque anni, le luci del salotto erano tutte spente, mangiavo lardo, Cipster e bevevo Coca Cola, mentre i grandi erano incollati alla tele. Ma, forse, ho vissuto quel momento con trasporto perché potevo mangiare patatine a volontà senza che nessuno mi sgridasse, d’altronde nessuno aveva tempo di badare a me. Nemmeno mia madre, sempre attenta a non farmi mangiare “porcherie”, perché, altrimenti, Le viene l’acetone/sta male tutta la notte/ poi chi si sveglia sono io.

Oltre a non capire cosa ci sia di tanto esaltante nel correre dietro a un pallone per 90 minuti (il pensiero sarà banale, ma non riesco a trovarne uno di più alto), trovo irritanti pure i giocatori, confezionati in serie: tartarugati, depilati, lozionati, sopraccigliati, crestati, tatuati, pronti per il trono classico della Maria nazionale.

Come si fa a trascorrere una serata con un soggetto simile? Rischieresti di passare tutto il tempo a chiederti: dove va a rifarsi le sopracciglia così bene? Si depilerà con la ceretta o con il rasoio? Sarà al Cepu che gli hanno insegnato a rispondere alle domande dei cronisti? Gli slip neri che indossa, fanno parte della divisa?

Anche il circo mediatico che ruota attorno al mondo del calcio è deprimente e ridicolo: conduttrici che scendono dai trespoli sui trampoli, con un faro sotto al mento; vecchie glorie con capelli trapiantati, fil di pancia e giovane fidanzata al seguito; giornalisti vanesi che occhieggiano alla telecamera; passate e appassite vallette diventate, magicamente, opinioniste.

Indi per cui, giuro solennemente sulle pagine virtuali di Pour Parler, che MAI intervisterò un calciatore. Potrei fare un’eccezione solo per Daniele Padelli, il simpatico portiere del Torino – perché la mia maestra delle elementari è una fan scatenata dei granata, non si perde una loro partita e posta spesso la foto dell’indimenticabile Gigi Meroni su Feisbuc.

P.S. Comunque, io… preferisco gli hockeisti.

 www.ericavagliengo.com 

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Erica Vagliengo

Web journalist, blogger e writer di Torino. Collabora con marieclaire.it , punktmagazine.it, La Rivista Intelligente. E' direttore responsabile di Scenario. Ha scritto per donnareporter.com, excelsiormilano.com, notenews.it, Oggi7 (il settimanale di Americaoggi). Da piccola si sentiva un mix tra Mary Poppins e Virginia Woolf e la maestra delle elementari le predisse che sarebbe diventata un’autrice Harmony. Non ancora paga si è ulteriormente complicata la vita con la sua alias, Emma Travet, la protagonista del romanzo "Voglio scrivere per Vanity Fair ", edito dalla goWare.

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