Israele ha cominciato la guerra contro l’orrendo governo dell’Iran per difendere se stessa, e bloccare la costruzione delle bombe atomiche. Questo è un fatto. Se ne è parlato abbastanza. C’è chi è contrario, chi pensa sia giusto, e chi è così così. Ma non è di questo che voglio parlare. Perché si è anche discusso di un cambio di regime.
E qui vengono i miei dubbi, e i miei sentimenti. Seguo con passione le sorti del popolo iraniano fin dalla “Rivoluzione verde” del 2009, che fu soffocata nel sangue. Avevo intrecciato diversi contatti con persone che facevano parte del movimento, ci si parlava, in inglese, di democrazia, di libertà. Eravamo amici. Si immaginava una nuova Persia, giovane, moderna. Ma gli ayatollah, i Basiji, i Pasdaran non volevano. Ed erano armati. Ci fu l’uccisione di Neda. E piansi con le mie amiche, i miei amici. Poi man mano il regime spense i profili, internet fu censurata, tutti sparirono, tranne una ragazza che si rifugiò per tempo in Norvegia.

Per 25 anni ho continuato, come potevo, a seguire le sorti del popolo iraniano, a informarmi. Il movimento Donna Vita Libertà mi ha riempita di speranza – ho sofferto con loro – ho seguito tutti gli eventi come ho potuto, con le mie forze, ormai ho più di 80anni.
Però una convinzione ce l’ho, fortissima: il colto, civile, coraggioso popolo iraniano se la merita la democrazia. Abbondantemente. Molto più di coloro che l’hanno ricevuta per eredità, e a volte non ne capiscono il valore.
Li abbiamo visti lottare pacificamente per la propria libertà, contro una banda di assassini. Quelle donne, quei giovani, sono stati torturati, sbattuti in galere disumane, sono stati ammazzati. Eppure sperano e lottano ancora.
Sono del tutto disarmati. Come è possibile aiutarli? Liberarli invadendoli è una contraddizione in termini, e non funzionerebbe, lo sappiamo fin troppo bene, ne abbiamo in mente parecchi esempi, finiti molto male: Iraq, Afghanistan, Libia.
Inoltre i Persiani sono orgogliosi e patriottici, non accetterebbero mai un governo imposto. Quale può essere allora la strategia giusta? Fino a che punto ha senso la guerra?
Io, personalmente, sogno che gli ayatollah vengano spazzati via. Ma vorrei anche che un popolo così colto, civile e coraggioso sia lasciato in condizione di decidere da sé come governarsi: liberamente. Perché sono maturi per la libertà, perché se la meritano. Perché saprebbero gestire un governo, creare istituzioni, promulgare leggi: costruire uno Stato democratico degno di questo nome.
Ma l’unica cosa che non hanno sono le armi, e non so come possiamo aiutarli se non con le armi. E non so come, e dove, dovremmo fermarci. Forse ce lo direbbero loro, chissà.
Splendido Giovanna commovente!!!
grazie – è che è grande la mia emozione – per me sono sorelle e fratelli. Per questo mi sono informata, e insieme al cuore ho messo il cervello. E’ un po’ una (incerta) risposta a chi dice “non si esporta la democrazia, guardate Iraq, Libia, Afghanistan”… ma il popolo iraniano è ben diverso, è pronto culturalmente e politicamente. La democrazia se la costruirebbe da sé – non fosse del tutto inerme…
Sono molto d’accordo con lei, sono una grande amica di Giovanna, purtroppo non ci vediamo da molto tempo. Io abito a Firenze e lei a Roma con il marito Claudio. Io dovrei organizzarmi e andare a Roma a trovarli. Sento proprio la loro mancanza, specialmente della mia amica Giovanna.
Bravissima Giovanna
❤️
Grazie per il commento, pacato e appassionato al tempo stesso. Mi ha riportato alla lettura di un libro che ho subito amato: Leggere Lolita a Teheran. Quanta sana distanza da ciò che, per lo più, vedo sui social.
Grazie ancora
Scritto appassionato. Come sei tu, cara Giovanna. Ho imparato a seguirti ormai da diverso tempo. Le tue foto, le tue poesie, i tuoi scritti ne sono prova inconfutabile. Amo anche io la Persia, storia antica da 3000 anni. I giovani, ma soprattutto le giovani mi trafiggono il cuore. Ma come te, e la grande moltitudine di noi esseri umani, non ha né ricette né potere. Forse una cosa sola si può fare. Solo una. Far sentire la nostra voce, il nostro dissenso verso tutti i regimi. Un’utopia? Dici? Forse sì…ma non molliamo. Mai
non molliamo, mai. Grazie cara Manuela ❤
Bellissimo Giovanna!
Ho visitato l’Iran ed è in popolo meraviglioso.
Son d’accordo con te quando dici:
“…il popolo iraniano è ben diverso, è pronto culturalmente e politicamente.”
Grazie 👍
❤🎈
Molto bello Giovanna, sono d’accordo . L’Iran non è certo la Libia, ha una società civile sviluppata e varia, piena di voci culturali importanti, come il cinema. Per questo dobbiamo sperare che ci sia una rottura nel terribile regime degli ajatolla
Cara Giovanna, il tuo volto giovane con quella espressione di struggente tristezza, rappresenta più di 1000 parole la sincera partecipazione alla sofferenza dei popoli in questi tempi bui di guerre e morte.
Soprattutto i giovani che nel presente non possono trovare, né nel passato né nel futuro, la speranza di una vita serena.
Però è vero, quelli dell’Iran avrebbero tutte le risorse per superare la transizione dal regime dell’orco teocratico ad una democrazia.
È spaventoso pensare che questo possa avvenire per la paura di essere cancellati dei giovani israeliani o per il riscatto dall’oppressione di Israele e Hamas dei giovani palestinesi.
Speriamo che la bellezza del Movimento Donna Vita e Libertà diventi così potentemente salvifica da neutralizzare le congenite contraddizioni che impediscono al MO di vivere in pace.
Commovente