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Il processo (alla tappa?)

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Qualcuno doveva aver calunniato Roman K. perché un mattino, senza che egli avesse fatto nulla di male, gli rubarono la sella della bicicletta. Il suo massaggiatore, che ogni giorno gli depilava le gambe, non si presentò. Era la prima volta che accadeva. K. aspettò qualche minuto e poi si decise a chiamare. Subito bussarono alla porta ed entrò un uomo che K. non aveva mai visto. “Chi è lei?”, chiese K.
“Sono il dottor Freud”, rispose l’uomo.
K. restò allibito. La tappa era sul punto di partire e lui non solo era del tutto impreparato, ma non sapeva dove trovare una sella di ricambio. “Non si distragga”, gli intimò Freud. “Le dico solo quattro nomi: Sella di Roda, Passo Manghen, Passo di Pampeago e Passo di Lavazè. Si concentri su di essi se vuole tornare in classifica dopo la scoppola che ha preso l’altro giorno.” “È diventato lacaniano?”, chiese K.
“No”, rispose Freud. “Dezaniano, caso mai. Ma ciò non cambia l’ordine delle salite che dovrà affrontare durante la tappa.”
“Senza sella?”
“Sì, se necessario. L’importante è non pensarci. Ascolti e memorizzi come un mantra”, disse il dottore. “Oltre quattromila metri di dislivello, cinque Gran Premi della Montagna, arrivo in salita all’Alpe di Pampeago dopo centonovantotto chilometri di…” A quel punto K. era irrimediabilmente svenuto sul lettino. Non avrebbe mai gustato il risotto al radicchio che il dottore gli aveva portato, in onore alla città di Treviso che ospitava la partenza della tappa. Freud osservò le gambe di K. non ancora depilate. Gli fecero un certo orrore. Pensò che probabilmente non sarebbe stato quel bizzarro scrittore ceco, sedicente corridore, ad aggiudicarsi il Giro di quell’anno vincendo per ampio distacco la tappa della Val di Fiemme.
Uscì senza far rumore e bussò alla stanza di Basso. Ma questa è tutta un’altra corsa.

P.S. Per i digiuni di ciclismo, Roman K. è Roman Kreuziger, ciclista e ciclocrossista ceco. È stato campione del mondo in linea e medaglia d’argento a cronometro Juniores nel 2004, anno in cui vinse anche l’argento di categoria nel ciclocross. È considerato uno dei talenti del ciclismo mondiale.

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Stefano Bandera

Nato nel ’63, è scrittore nella vita e cosmonauta nell’arte. Ha pubblicato una quindicina di libri per bambini e ragazzi, uno dei quali, Il primo libro dei mostri, ha anche vinto un premio. Nel suo e-book Acqua su Marte, le due anime - di scrittore e cosmonauta - si sono finalmente riunite. Non fa versi e stira le camicie mentre medita Nietzsche.

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