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Amore ma anche no

Insopportazione

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Imiei genitori non si sopportano. Non so come abbiano fatto a crescere due figli. Forse si amavano, all’inizio, non so. Fatto sta che litigano da quando mi ricordo di me stessa.
Da piccola, sentivo la casa vibrare per le urla e mi inondava l’urtante ronzio provocato da mio padre; percepivo una ferita nella testa che si apriva definitivamente con il rumore del piatto sbattuto per terra da mia madre. Mi tappavo le orecchie e mi immergevo nella musica, nei libri, nei sogni. Guardavo le foglie di primavera meravigliandomi dei loro colori: il mio desiderio di armonia mi trasportava fuori, lontano da quei dissonanti umani.
D’inverno era più difficile scappare, c’era troppo freddo. Mi addormentavo a venticinque gradi e mi svegliavo a dieci. Nel bagno si gelava. Di nuovo trovavo consolazione nella musica, nei libri, nelle lunghe telefonate con la mia migliore amica e nel cibo povero di mia madre. D’estate uscivo più che potevo, scappavo da lì con tutto il corpo.
Fuori faceva caldo, la gente faceva caldo!
I litigi erano stagionali: estivi, autunnali, primaverili… Sempre accesi. Quelli estivi non li ricordo, proprio perché stavo fuori casa; quelli invernali erano necessari, bisognava scaldarsi. Bisticciavano per qualsiasi argomento: i soldi, i problemi del paese, i colleghi di mio padre, il mal di testa di mia madre. Aveva questo personale, doloroso rifugio, lei, che la portava al sicuro per almeno tre giorni.
Quando sono cresciuta abbastanza per diventare più forte di loro, mi è scattato dentro qualcosa, li ho guardati negli occhi, ho urlato: «Basta!».
Ho sbattuto la porta, definitivamente. Tutto ha tremato, sembrava un urlo che riassumeva tutti i miei dolori. Ma con loro non bastava essere forti, non si sono fermati.
Sono andata altrove, come ogni estate, questa volta per una stagione che non terminasse, dove il calore non finisse più. Li amo tanto, ma il mio limite si è esaurito, e amo altrettanto la vita che mi hanno donato.
Ora ci provano a torturarmi, via Skype.
Io metto giù e li lascio nella loro armoniosa insopportazione.

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