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Cucina Intelligente

La leggenda della parmigiana di melanzane

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Immagine di Giovanna Nuvoletti

Il caldo a Palermo si attacca alle ossa e le mani strette scivolano per il sudore a ogni contatto. Fu così che una donna perse suo figlio tra la folla della Vucciria. Per fortuna lo ritrovò poco dopo che giocava accanto al banco di frutta dell’arabo. Aveva in mano una petrociana, e altre due giacevano a terra, tra la polvere. La madre riprese il figlio e si girò per andarsene. L’arabo le strinse un braccio, lei si voltò preoccupata. «Paga».

La donna trovò a fatica qualche spicciolo, prese il bambino, le petrociane che non desiderava e se ne tornò a casa. Il caldo a Palermo esige penombra e correnti d’aria. La donna posò i frutti sul tavolo, non aveva idea di come prepararli, e il bambino aveva fame. Lavò le petrociane, le tagliò a fette e le mise a bagno in acqua salata. Si sedette sullo sgabello, davanti alla finestra. Una luce debole traspariva dalle parmiciane. Dovrò farle riparare, pensò. Le parmiciane in Sicilia erano quei listelli di legno intrecciati che componevano le persiane. Lei le guardò e notò che assomigliavano alle fette di petrociane che aveva appena tagliato. Saltò dallo sgabello in pieno estro creativo. Tagliò a fette un vecchio caciocavallo, spezzò un ciuffo di basilico, fece soffriggere la cipolla con un po’ d’olio. Unì la passata di pomodoro e mise a cuocere a fuoco dolce. Nel frattempo asciugò le petrociane e si mise a friggerle. Un pizzico di sale. Ricoprì il fondo di una teglia con uno strato di petrociane, condite col pecorino, poi cinque cucchiai di salsa, un po’ di basilico, qualche listarella di formaggio. Un altro strato di petrociane e così proseguì fino a terminare con formaggio, salsa e pecorino. Mise in forno per quarantacinque minuti. Il bambino si sedette e la madre sfornò. Prese una fetta per il piccolo. Stai attento che scotta. Il bambino assaggiò. I suoi occhi ebbero un lampo di sorpresa e la madre pensò che erano disgustose. Poi disse «Mamma, è la cosa più buona che abbia mai mangiato. Come si chiama?». La madre tirò un sospiro di sollievo, guardò i listelli di legno delle persiane, poi esclamò: «Si chiama parmiciana di petrociane». Col tempo le petrociane presero il nome di melanzane, dall’arabo Al-badingian, cui si aggiunse il prefisso “mela”, frutto per eccellenza. La parmigiana di melanzane arrivò così a imbandire la tavola di ogni famiglia. E vissero tutti felici, contenti e sazi.

Foto Giovanna Nuvoletti

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CORRADO VISONE

Ischitano che vive in via del tutto eccezionale. Laureato in teorie e tecniche della parmigiana di melanzane con una tesi sulla “Variante con la provola”. Da giovane ha dilapidato il suo patrimonio genetico, quindi oggi vive con uno stipendio da fame ma comunque riesce a nutrire dei dubbi. Psicologo marittimo che cura le depressioni oceaniche, attore che distrugge teatri a colpi di scena. Famoso per aver vinto la forza di gravità con i bollini dell’Agip. Nel tempo libero scherza col fuoco e riporta leggere ferite ai legittimi proprietari. Svolge anche le seguenti attività. Riceve il giovedì.

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