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LA PEDAGOGIA DEL MARE

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Mauro Pandimiglio con i ragazzi della sua scuola

Il professor Pandimiglio è tornato. Dopo dieci anni di insegnamento nella scuola media, verso il 1980 era volato verso il richiamo del mare, per molti anni. Ha traversato l’Atlantico quattro volte, navigato intorno alla Polinesia e ai Caraibi. Ha fondato la scuola di vela Mal di Mare, aperta a bambini di ogni tipo e fantasia, anche a quelli con disabilità. E ora è tornato alla scrittura con questo libro, perché sentiva il bisogno di raccontarci la sua immensa esperienza, corredata da un approccio pedagogico scientifico quanto aperto.

Il mare insegna. Io lo so, perché ho un nipotino che ha imparato tanto di sé, delle altre persone e del mondo misterioso che lo circonda, proprio grazie a Mauro.

Il mare raccontato e insegnato da Mauro guida i ragazzi a affrontare le sfide, a meditare le sconfitte, a accettarsi e a superarsi. A sentirsi in famiglia anche lontani dai genitori. Il mare è equo e giusto, pericoloso e affettuoso. L’acqua è casa, eppure mai sempre sicura. Da assecondare senza perdersi. Gli educatori hanno amore e esperienza adatti a ogni tipo di bambino. Sono stati in acque calme e anche in tempeste. I bambini acquistano fiducia. I piccoli Ulissidi affrontano la distesa d’acqua, ignari eroi, e i maestri affrontano paure, disabilità, temerarietà, capricci, incertezze degli allievi ritrovandole in se stessi.

Nelle pagine di Modus Navigandi si dipanano tante storie diverse, avventure lunghe anni. Gioie e dolori in una continua e coraggiosa costruzione delle giovani menti, dei piccoli corpi. Anche noi grandi, genitori e pure nonni, cresciamo nelle parole di Mauro. A volte mi sembra che ci basti leggere, tornare e ritornare a nuotare nelle sapienti e appassionate parole di Mauro, per essere lì, tenere il timone della nostra vita, reggere il vento nella piccola vela che si gonfia.

Un libro insostituibile, ricco di vita, impregnato di una sconfinata cultura che svaria da Oscar Wilde a Adriana Cavarero, esplosivo di speranza, a volte severo ma sempre incoraggiante. E non dimenticatevi di studiare con cura le foto innestate fra le pagine. Sentirete un profumo di mare e di fiducia che non dimenticherete mai.

 

Il libro è stato presentato domenica 28 luglio nell’ambito della manifestazione CAPALBIO LIBRI con l’organizzazione di Vittoria Ripa Di Meana e Viola Vitali. Il giornalista del Corriere della Sera Paolo Conti ha conversato con l’Autore. L’attrice Valentina Cervi ha letto brani del libro.

 

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GIOVANNA NUVOLETTI

Sono nata nel 1942, a Milano. In gioventù ho fatto foto per il Mondo e L’Espresso, che allora erano grandi, in bianco e nero, e attenti alla qualità delle immagini che pubblicavano. Facevo reportage, cercavo immagini serie, impegnate. Mi piaceva, ma i miei tre figli erano piccoli e potevo lavorare poco. Imparavo. Più avanti, quando i ragazzi sono stati più grandi, ho fotografato per vivere. Non ero felice di lavorare in pubblicità e beauty, dove producevo immagini commerciali, senza creatività; ma me la sono cavata. Ogni tanto, per me stessa e pochi clienti speciali, scattavo qualche foto che valeva la pena. Alla fine degli anni ’80 ho cambiato mestiere e sono diventata giornalista. Scrivevo di costume, società e divulgazione scientifica, per diversi periodici. Mi divertivo, mi impegnavo e guadagnavo bene. Ho anche fondato con soci un posto dove si faceva cultura, si beveva bene e si mangiava semplice: il circolo Pietrasanta, a Milano. Poi, credo fosse il 1999, mi è venuta una “piccolissima invalidità” di cui non ho voglia di parlare. Sono rimasta chiusa in casa per quattro/cinque anni, leggendo due libri al giorno. Nel 2005, mi sono ributtata nella vita come potevo: ho trovato un genio adorabile che mi ha insegnato a usare internet. Due giovani amici mi hanno costretta a iscrivermi a FB. Ho pubblicato due romanzi con Fazi, "Dove i gamberi d’acqua dolce non nuotano più" nel 2007 e "L’era del cinghiale rosso" nel 2008, e un ebook con RCS, "Piccolo Manuale di Misoginia" nel 2014. Nel 2011 ho fondato la Rivista che state leggendo, dove dirigo la parte artistico letteraria e dove, finalmente, unisco scrittura e fotografia, nel modo che piace a me.

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