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Cinema

La sedia della felicità, l’ultimo film di Mazzacurati

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Il luogo del racconto è sempre il nord-est, ormai più povero e slabbrato, dove il lavoro non c’è e bisogna inventarselo giorno per giorno, sgomitando con i cinesi. Bruna sbarca il lunario facendo l’estetista, sempre in lotta con i debiti e con il mascalzone locale, che ogni due per tre le svuota il negozio per costringerla a sanare il prestito da strozzino che le ha fatto. Dino, squattrinato pure lui, un’ex-moglie e un figlioletto cui pagare gli alimenti, cerca invano di raccattare qualche soldo disegnando tatuaggi. Tra una limata di unghie e uno strato di smalto, Bruna raccoglie la confessione di una detenuta in punto di morte, una strepitosa Katia Ricciarelli, madre di un famoso ladro, che le rivela di tenere nascosto in casa sua, in una delle sedie del salotto, un autentico tesoro.
Stessa confessione viene raccolta dal prete che accorre al capezzale della moribonda, lo straripante Padre Weiner (Giuseppe Battiston). Comincia, da parte dello sgangherato trio (Bruna ha confidato la storia a Dino ) una vera caccia al tesoro, anzi alla sedia, visto che il mobilio della morta, per un perverso segno del destino, è stato venduto all’asta a diversi acquirenti: un illusionista cialtrone, un gestore di ristorante cinese, un pescivendolo che colleziona cianfrusaglie, un pittore di montagna fuori di testa. Comincia un’esilarante gara a “chi trova la sedia giusta”, quella che con il suo segreto permetterà a Bruna di tenere il negozio, a Dino di pagare gli alimenti alla moglie, a padre Weiner di saldare i debiti accumulati giocando a video-poker. La sedia della felicità (Italia 2013), il divertente e delicato ultimo film di Carlo Mazzacurati, ispirato a una novella russa, è quasi un testamento spirituale, come se il magico cantore del nord-est avesse avvertito che la fine era prossima. Circondato dai suoi attori di sempre – Mastandrea, Ragonese, Battiston, con le piccole apparizioni di Citran, Orlando, Bentivoglio e Albanese – il regista padovano costruisce una fiaba moderna in cui, per una volta, il Bene e i Buoni vincono sul Male e sui Cattivi. Imperdibile.

COSTANZA FIRRAO

Nata a Bari nel 1953, è sposata e ha due figli. Vive a Milano dal 1990. Collabora negli anni ’90 alle pagine culturali di alcuni quotidiani locali ed è stata traduttrice dal francese per riviste bilingue. Ha curato vari siti e blog. E' appassionata di cinema e letteratura.

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