Efisio Mulas è un omino anziano e senza denti che pascola da sempre le sue mucche – come facevano prima suo padre, suo nonno, suo bisnonno e tutti i suoi antenati – su una spiaggia paradisiaca della Sardegna meridionale. Possiede anche una casetta dove pascola le sue poche cose, utili a sopravvivere. La moglie e la figlia Francesca si sono trasferite da tempo in paese ma vanno a trovarlo ogni giorno, portando cibo e generi di prima necessità.
Una grande immobiliare milanese ha deciso di trasformare tutta l’area in un resort a cinque stelle e ha già acquistato dagli altri proprietari quasi tutti i terreni. Tutti, tranne quello del pastore Efisio. Questione di poche ore dice l’immobiliarista capo (un barbuto Abatantuono). E’ il 1999 e il nuovo millennio è alle porte, che c’è di meglio per festeggiarlo con un grosso affare?
Per convincere il vecchio a vendere viene inviato nell’isola il fido Mariano (Aldo Baglio del trio Aldo Giovanni e Giacomo). In presenza della figlia (la bravissima Virginia Raffaele), Efisio appollaiato sul suo scranno come un sultano, Rosario prova a convincerlo offrendo una grossa cifra, ma il riottoso Mulas – testardo come un mulo – risponde sempre NO.
Il negoziatore e la sua squadra sono costretti a sistemarsi in zona, tornando di tanto in tanto all’attacco, con toni sempre più suadenti e somme di denaro sempre più incipienti. Ma, passano i mesi, passano gli anni e la risposta è sempre la stessa. Anche i compaesani (cui sono stati promessi posti di lavoro nel resort) fanno pressioni sul pastore, arrivando anche alle minacce. I lottizzatori, a un certo punto, fanno un colpo di mano, buttano giù strutture e cominciano a costruire. Efisio è furioso e decide di fare causa. A rappresentarlo, una donna caparbia e decisa come lui (un bel cameo di Geppi Cucciari).
Una storia già vista di lottizzazioni e devastazioni del territorio, dove però sembra avere la meglio l’amore e il rispetto per la propria terra.
La regia di Riccardo Milani, pur con qualche lungaggine, coglie appieno lo spirito dei tempi e la figura di Efisio (eccezionale Giuseppe Ignazio Loi) si staglia per la forza e la determinazione delle sue decisioni.
La vita va così – di Riccardo Milani – Italia 2025


Il film è molto piacevole sia per la sceneggiatura, sia per la recitazione molto accurata e genuina.
Concordo in pieno 🙂
CINEMA
La vita va così
un film di Riccardo Milani
Ho messo da parte la mia riluttanza per il cinema italiano attuale (se penso a quanto ho detestato ‘Diamanti’ e ‘Follemente’) … e ho passato due ore senza annoiarmi, se non altro per i paesaggi incantati di una Sardegna non da cartolina.
Il film, liberamente tratto da una storia vera, affronta, sebbene con toni talvolta un po’ troppo macchiettistici, talvolta un po’ troppo retorici, una tematica interessante come il conflitto tra progresso e tutela ambientale e quindi della conciliazione tra lo sviluppo di posti dimenticati da Dio e dal mondo con la salvaguardia della natura e della coscienza identitaria dei suoi abitanti.
Il povero e testardo pastore Efisio ingaggia una lotta impari con un gruppo imprenditoriale disposto ad offrirgli cifre da capogiro pur di entrare in possesso della sua casa, dei suoi terreni e della meravigliosa spiaggia affacciata sul mare incredibile dell’isola, in cui pascolano le sue mucche, per costruire un resort di lusso…per carità assolutamente green !
I No decisi, reiterati e senza appello di Efisio, e che perdurano per anni, sorprendono, mettono in difficoltà e in crisi chi è abituato ad avere sempre in risposta dei Sì, grazie al potere dei soldi e contando sulla miseria della popolazione.
Le storie dei protagonisti – la famiglia del pastore, gli operai venuti a lavorare dal continente, i paesani di un centro deserto, con un bar, la farmacia, la bottega dí frutta e verdura e quella di alimentari e che aspirerebbero a migliori condizioni di vita, i politici riverenti, il prete alleato con chi conta – si intrecciano in una lotta l’un contro l’altro armati.
Il povero pastore non cede. Tranquillo e caparbio tiene alta, anche per coloro che non comprendono, la bandiera della dignità contro i soprusi fino all’epilogo…. che si avvale di un finale molto morettiano.
NON è ‘grande cinema’ se penso ad As Bestas, bellissimo film spagnolo, che scavava a fondo sulle incomprensioni tra autoctoni e nuovi abitanti ricavandone un dramma a tinte fosche, profondo, disperato e desolante.
‘La vita va così’ ha il taglio leggero della commedia, in cui si ride ma in cui si può riflettere anche sul nostro Paese, tanto bello, quanto poco curato, con tante inaccettabili disuguaglianze e dove forse c’è bisogno di fermarsi un po’…se non si imbocca la strada giusta di uno sviluppo davvero sostenibile ovunque e per tutti.
Ligabue ne aveva già accennato:
« Buonanotte all’Italia deve un po’ riposare
Tanto a fare la guardia c’è un bel pezzo di mare
C’è il muschio ingiallito dentro questo presepio
Che non viene cambiato, e non viene smontato
E zanzare e vampiri che la succhiano lì
Se lo pompano in pancia un bel sangue così
Buonanotte all’Italia che si fa o si muore
O si passa la notte a volerla comprare. »
ciao – grazie
Se lá risposta è per me…
Grazie!
Mi hai scritto una cosa molto bella (come credo tu sappia io dirigo la Rivista). Ti piacerebbe diventare parte dei collaboratori scrivendo? rispondimi su Fb e poi semmai vediamo!
Giovanna Nuvoletti
scrivi molto bene, vuoi collaborare con LRI? Io ti aspetto
Una favola vera ma sempre più rara…