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Musica

L’allegra vita dei musicisti

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Illustrazione Stefano Navarrini ©

di Diego C. de la Vega

Platone diceva che «la musica fa bene al cuore e all’anima». Evitava di dire che effetti ha sul corpo. Le vite – e le morti – dei musicisti ci spiegano perché. Beethoven fu afflitto da una serie impressionante di patologie di cui la sordità era la meno grave. Mozart si pensa fosse un burlone ma, tra povertà, malattie e problemi di famiglia, è più probabile fosse un depresso. Schumann era psicotico e morì pazzo mentre la moglie Clara si consolava con il giovane Brahms che, tendendo alla pinguedine, morì d’infarto e obeso. Schubert è lo stereotipo del musicista geniale, ma povero, così in miseria da non possedere nemmeno il pianoforte su cui componeva: morì sifilitico. Mahler, oltre a subire i tradimenti della moglie, fu vittima di un’infezione cardiaca. Vivaldi, benché prete, amava le “putte” cui dava lezione: anticipò Wolfgang a Vienna, morendo povero e malato. Pergolesi, con i suoi ventisei anni, ha il primato delle morti premature. Chopin, malato di tubercolosi, andò a vivere alle Baleari per colpa di George Sand, ottima scrittrice ma pessima infermiera: morì soffocato. Stradella fu accoltellato in un vicolo di Genova: una storia di corna. Paganini, che nessuno volle seppellire in terra consacrata, fu imbalsamato – stile trofeo di caccia – nell’attesa di trovare un sito idoneo alla pace perpetua. Musorgskij visse in miseria e morì alcolizzato. Bellini fu stroncato da un’infezione intestinale. Debussy lo volle superare: si procurò un tumore all’intestino. Bach e Handel furono operati agli occhi – e resi ciechi – dallo stesso ciarlatano. Gershwin e Ravel subirono interventi al cervello, morendone pochi giorni dopo. Ragion per cui, se pensate a una carriera musicale… procuratevi un buon dottore.

 

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DIEGO C. de la VEGA

… l’ex-moglie (probabilmente l’ultima) lo definisce “un delinquenteeeee!”. I più non lo reggono oltre gli 11 minuti, ma per i pochi che hanno sopportato con benevolenza i suoi difetti: De la Vega è una persona d’oro! Ha vissuto dividendosi tra Madrid, l’ex Repubblica di Genova per approdare a colonizzare, attualmente, il sub-Piemonte. Autentico fantasista, ha svolto innumerevoli attività. Filoenologo, musicista, cuoco-pop, musicoterapeuta pentito, ex politico in erba, sartina-smart, giusperito incompiuto, lobbysta, elettricista, falegname, idraulico, appassionato d’arte contemporanea, genio dell’informatica fai-da-te. Ama la musica antica e le opere di Philip Glass saltando a piè pari tutto l’800 che trova disgustoso. Un uomo meraviglioso se non fosse per un solo piccolo difetto: riesce a volgere tutte queste sue doti in armi letali con cui produce catastrofi inimmaginabili pur non volendo! I suoi insegnanti delle scuole elementari, capendone il valore, dopo il classico “è intelligente ma non si applica” lo promossero a un definitivo: è una Mancata Promessa! Attualmente, non volendo farsi mancare nulla, si è dato anche alla scrittura essendo stato ospitato su LaRivistaintelligente.it dalla benevolenza di Giovanna Nuvoletti, e pubblicando racconti in due antologie di Edizioni2000diciassette, grazie all’invito di Maria Pia Selvaggio che, chissà come, lo ha scoperto. .DeLaVega si chiama Diego e non è uno scherzo cosi come è vero quanto detto sopra.

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