“Caro Presidente,
Lei ha recentemente incontrato le due nazionali, femminile e maschile, di pallavolo, fresche di strepitosi successi sportivi a livello mondiale. Nell’occasione, certamente sulla scia dell’entusiasmo per l’indubbia dimostrazione di valore agonistico degli atleti, ha espresso il seguente giudizio: “sono convinto che stia crescendo, venendo su, una straordinaria positiva generazione giovanile nel nostro Paese”. A sostegno di questa tesi, ha citato una Sua visita ufficiale a Napoli, in occasione dell’inaugurazione dell’anno scolastico.
Ebbene, caro Presidente, a rischio di apparire il solito inguaribile pessimista, mi permetto di confutare in gran parte questa sua sensazione. Perché se è vero che nella lettura della realtà si può rischiare di veder le situazioni più nere di quelle che in effetti sono (e per questo si è appunto immediatamente tacciati di un inutile e dannoso disfattismo) è anche vero che l’ottimismo ad ogni costo porta sempre alla sottovalutazione dei problemi. Il fatto è che, come spesso succede, i rappresentanti della politica e dello Stato tendono a confondere quello che vedono nelle sale degli auditorium con la realtà di un intero Paese. Ma non bastano poche decine di ragazzini selezionati per far da termometro dell’intera collettività. Come non basta un successo sportivo di bravissimi atleti per cambiare lo stato delle cose di una Nazione. Perché altrimenti, dietro l’angolo, c’è sempre il pericolo del “Panem et circenses”.
Del resto, caro Presidente, per comprendere la situazione e preconizzare quello che speriamo non sia la società di domani non è necessario fidarsi di qualche cassandra inacidita come chi Le scrive. I dati ci sono e vengono direttamente da enti istituzionali. Le statistiche OCSE PISA sono, al riguardo, impietose: 4 studenti su 10 non raggiungono il livello di competenza di base. In Italia, dal 2018 al 2022 il punteggio per la matematica è sceso di 15 punti. Tutt’altro che incoraggiante, poi, il rapporto INVALSI 2025. La cultura langue. Per un po’ ci siamo illusi che si trattasse dell’effetto Covid, che gli indici in caduta libera fossero colpa di quel cattivone di virus, ma il “rimbalzo” che ci si aspettava è ben lungi dall’arrivare.
Per valutazioni non strettamente scolastiche, ossia per la crescente violenza anche tra i giovanissimi e per quello che accade sui social, basti ciò che apprendiamo dalla cronaca giornalistica.
Ora, ci sarà sicuramente chi si straccerà già le vesti per questo mio attacco alla gioventù nazionale. Chi dirà, tutto sommato a ragione, che le colpe stanno nelle generazioni che l’hanno preceduta (magari in quelle dello scrivente). Chi, altrettanto giustamente, raccomanderà di non fare di ogni erba un fascio. Ecco, Signor Presidente, è esattamente questo il punto: sollevare una critica non vuol dire necessariamente dare un giudizio inappellabile, tranchant e non vuol dire essere incapaci di fare i giusti distinguo, di apprezzare quello che di buono c’è davvero nel Paese.
Vale, a riguardo, la ben nota storiella dell’uccellino, della mucca e del coyote. A voler sempre dire che tutto va per il meglio, a voler essere ottimisti a tutti i costi, magari per ruolo istituzionale o per occasioni mediatiche, c’è il rischio di nascondere la spazzatura sotto il tappeto.
Mi permetto, allora, di darLe un consiglio: se vuole avere il polso della situazione del nostro Paese, a cominciare dalle nuovissime generazioni, eviti rigorosamente le occasioni ufficiali, le schiere di pargoli catechizzate e pronte a sventolare bandierine tricolori in contesti ufficiali. Si procuri, magari, una barbetta finta, una parrucca ed una montatura diversa per gli occhiali e si apposti, per esempio, all’uscita di una scuola, o sui mezzi di trasporto o ancor meglio in qualche notte di movida metropolitana.
Può essere che anche Lei scopra una quotidianità diversa, meno tranquillizzante, ma dalla quale si può partire concretamente per raddrizzare la barra del timone.
Con sincero affetto, Federico M.”

Dati critici Giovani d'oggi Ottimismo

Finalmente una scrittura eccezionalmente corretta sotto tutti i punti di vista, soprattutto quando si dà del Lei con la Elle maiuscola. Che non esiste più.
Grazie!
Barbara Ceschi
Grazie… (a Lei).
👍