L’impero I.A.

Le aziende di Intelligenza Artificiale sono i nuovi imperi coloniali che conquistano e distruggono. Siamo sedotti dalle loro sfavillanti promesse: i loro bot guariranno tutte le malattie, risolveranno tutti i problemi del mondo. Ma a quale costo? L’intervista trasmessa dalla CNN il 26 ottobre scorso è stata così impellente che l’ho trascritta e tradotta per voi.
Fareed Zakaria è un giornalista, nato a Bombay, definito il più influente esperto di politica estera americana. Lo leggo sui giornali da oltre 20 anni, e lo seguo nella sua trasmissione “GPS” sulla CNN. Zakaria ha intervistato Karen Hao, corrispondente a Hong Kong per il “Wall Street Journal” ed esperta di intelligenza artificiale. A maggio, Hao ha pubblicato il libro “Empire of A.I.”
ZAKARIA: L’A.G.I. (Artificial General Intelligence) è il Sacro Graal dell’élite tecnologica di oggi. AGI sarà realizzata quando l’intelligenza artificiale sarà alla pari con l’intelligenza umana. La frenesia per raggiungere tale obiettivo è responsabile dell’enorme percentuale di crescita del Prodotto Interno Lordo americano nel 2025. Ma questa rincorsa ha un senso? Risulta sempre più chiaro che al cuore dell’economia americana oggi c’è solo I.A. La spesa per l’intelligenza artificiale costituisce oltre il 40% della crescita del PIL quest’anno. Jason Furman ad Harvard dice che nell’ultimo trimestre la crescita dell’economia USA per il 90% è dovuta soltanto alle spese per IA. Considerando le dimensioni di queste spese, che cosa ti preoccupa di più? È lo sfruttamento di energia di cui hanno bisogno per far funzionare i Data Centers?
HAO: Sì, è così. Questo metodo di spesa ha ripercussioni ambientali astronomiche. Alcuni super-computer che Open AI e Meta hanno progettato sono strutture grandi quanto Manhattan, e una sola di quelle strutture userà tanta energia quanta ne consuma New York City. All’inizio del 2025, McKinsley [società di consulenza strategica] ha pubblicato un rapporto basato su uno scenario prudenziale: tutti questi Centri Dati avrebbero bisogno di consumare l’energia di due Stati grandi come la California. [La California è 1.4 volte l’Italia] In uno scenario accelerato, sarebbero sei Californie. E stiamo parlando solo di energia. Ma quale fonte energetica stanno usando? Se guardi i numeri, sono principalmente combustibili fossili.
ZAKARIA: Tanto gas naturale?

HAO: Da soli, i giganti tecnologici stanno rivitalizzando le industrie di carbone e gas naturale. È una quantità straordinaria di emissioni di carbonio, che non solo accelera il cambiamento climatico, ma l’inquinamento dell’aria porta a enormi preoccupazioni per la salute pubblica. Abbiamo visto dei reportage sbalorditivi da Memphis, Tennessee, sul fatto che Grok è addestrato sul supercomputer Colossus, alimentato da 35 turbine a gas metano che pompano quantità incredibili di sostanze inquinanti nell’aria.
[La zona, in Tennessee, ha la percentuale più alta di ricoveri in pronto soccorso per asma, e i livelli di biossido d’azoto, che aggravano l’asma, sono saliti al 9% da quando la centrale di Grok è stata aperta.]
ZAKARIA: Grok è di Elon Musk, il CEO della Tesla. In tutta questa gara, non è chiaro quale sia l’obiettivo, che differenza faccia vincerla. È una competizione alimentata dal testosterone, tra alcuni uomini molto ambiziosi ed egocentrici?
HAO: Assolutamente. Non è una coincidenza che ogni singolo miliardario tecnologico abbia ora la sua azienda IA, e che stiano tutti spingendo per posizionarla, per renderla superiore alle altre. In pratica, stanno cercando di rimodellare IA a loro immagine, ecco perché nessuno in realtà sta collaborando, e gareggiano tutti su una tecnologia mercificata.
ZAKARIA: Se ora consideri lo scenario, queste aziende gareggiano per il futuro. L’amministrazione Trump non sta imponendo loro alcuna regola o restrizione. Può continuare così? Sono aziende molto ricche ma, prima o poi, avranno pur bisogno di mostrare un ritorno sul loro investimento.
HAO: Assolutamente. Siamo in una enorme bolla speculativa che sta per scoppiare. A un certo punto ci sarà una massiccia correzione di mercato che potrebbe avere reazioni a catena in tutta l’economia globale. Se guardi al saldo di cassa di queste aziende, in pochi anni stanno spendendo trilioni per costruire tutta questa infrastruttura informatica. E hanno soltanto decine di miliardi in ricavi. Decine di miliardi contro miliardi di miliardi di spese non ha alcun senso come bilancio. Queste aziende fanno sforzi enormi per capire come colmare il divario. All’inizio hanno provato con gli abbonamenti, ma hanno scoperto che la persona media non è disposta a pagare, e neppure le imprese adottano più queste tecnologie se c’è da pagare un abbonamento. Così ultimamente Open AI sta aggiungendo commissioni a ChatGPT e sta creando un Tik Tok generato artificialmente per farne un gioco pubblicitario. Cercano di colmare il divario con introiti pubblicitari. Ma se osservi Google, che gestisce uno dei più ampi introiti pubblicitari, l’anno scorso non ha neppure raccolto 300 miliardi di ricavi in pubblicità. Google è una delle aziende pubblicitarie di maggior successo mai esistita. Perciò, come faranno le aziende tecnologiche a coprire le spese di trilioni di dollari? Non è proprio possibile.
ZAKARIA: Allora, quando fai domande a chi lavora in queste aziende, cosa dicono?
HAO: Molti di loro hanno una fede quasi religiosa che AGI sia possibile, sia imminente, e che quando succederà, produrrà cambiamenti cataclismici sulla società. Il cambiamento sarà in direzione positiva o negativa. Ma chi crede che sia positivo, pensa che l’arrivo di AGI risolverà tutti i problemi. Agi li aiuterà a scoprire come guadagnare trilioni di dollari. AGI risolverà l’inquinamento atmosferico, l’accelerazione del cambiamento climatico e così via. In definitiva, stanno cercando di concepire una tecnologia che sia una macchina per tutto. Cercano di vendere questa idea, che un unico pezzo di tecnologia sia capace di fare qualsiasi cosa per chiunque. E dicono che il costo da pagare è tutto quel che abbiamo mai posseduto, tutti i nostri dati, tutte le nostre proprietà intellettuali, tutta la terra, l’acqua, l’energia. Quando hai capito che presentano le cose in questi termini, non sembra affatto un buon affare.
ZAKARIA: Una prospettiva che fa riflettere. [Fine intervista]
È una prospettiva apocalittica: Intelligenza Artificiale come panacea universale, per cui tutta la realtà umana e terrestre è sacrificabile sull’altare del Vitello d’Oro. Se il mercato farà scoppiare la bolla speculativa, l’effetto sarà devastante per tutti, peggiore del collasso della bolla Dot.com del 2000. Dubito che ciò risveglierà gli utenti dalla loro dipendenza ipnotica e dall’idolatria.

 

 

 

8 commenti su “L’impero I.A.”

  1. Dunque vorremmo non inquinare l’ambiente e compriamo auto elettriche riempiamo il mondo di atomiche e costruiamo server per l’intelligenza artificiale che inquinano quanto interi paesi e il tutto per guadagnare trilioni di trilioni che spenderemo nella tomba. Ma tu guarda, cosa ci riserverà il futuro?

    1. Giovanna Capalbio Nuvoletti

      É una trappola infernale. Nel frattempo in USA è cominciata da un po’ la battaglia contro i poveri. Via quel pó sanità e aiuti ai fragili. I ricchi non hanno più bisogno di manodopera a basso costo. La sostituiscono con robot. Ma anche tanto ceto medio a loro non serve più : c’è AI. Credo vogliano un mondo svuotato di ciò che non serve loro

  2. Antonella Desantis

    Grazie per questa occasione (leggere l’intervista). Si apre uno scenario inquietante. La tracotanza umana è sempre stata poi causa di “punizione”. Chissà se ci sarà anche una possibilità per qualcosa di buono.

  3. Vedere https://altreconomia.it/prodotto/intelligenza-inesistente/. Il saggio (il link rimanda alla pagina dell’editore) nella prima parte spiega la fallacia del mito dell’intelligenza artificiale generativa. È uno specchietto per le allodole ma anche un colossale autoinganno. Tra l’altro fino a ieri fonti anche indipendenti hanno negato il costo energetico dell’IA e delle criptovalute, una vera bomba.

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