La vulcanica Elisabetta Sgarbi, non paga di aver varato la Nave di Teseo, vascello che nel procelloso mare dell’ editoria attuale procede a gonfie vele, stupisce tutti firmando da regista un film tutt’ altro che banale.
“L’isola degli idealisti” è liberamente tratto da uno dei primi noir di Giorgio Scerbanenco, milanese di Kiev e dunque maestro di atmosfere mitteleuropee piuttosto che mediterranee.
Sgarbi regista, esordiente ma già a suo agio nelle inquadrature, sceglie, e non poteva essere altrimenti, una cifra tutta letteraria: la descrizione dei personaggi, a un tempo precisa e sfuggente, e del luogo dove si svolge la maggior parte della storia, odorano infatti di carta e penna, di legno stagionato e di pittura.
Come in un gioco di scatole cinesi il mare cupo, l’isola, la villa decadente e le vicende umane dei suoi abitanti sono turbate dall’ arrivo improvviso dell’inquietudine, impersonata da una giovane coppia di delinquenti in fuga. Sarà l’occasione, offerta dal Caso, di una decisiva svolta per tutte le vite coinvolte, con esiti che non è certo opportuno svelare.
L’aria che si respira nella villa è immobile ma tesa, nel romanzo e nel film siamo decisamente dalle parti di Dürrenmatt: terreno poco calpestato dagli autori italiani, e questa è già una piacevole sorpresa.
Al racconto filmico si può imputare, ma è una diretta conseguenza delle scelte di fondo, una certa lentezza: il tentativo di movimentarlo è affidato ad alcuni ruoli (il commissario dedito alla caccia dei ladri, il boss cattivo affidato inaspettatamente ad un Antonio Rezza più stralunato e talentuoso che mai), mentre Tommaso Ragno, il dolente Celestino Reffi, e Michela Cescon sono come sempre impeccabili, nella compagine dei “padroni di casa”, insieme a Renato Carpentieri ed un’intrigante Chiara Caselli. I due ladri agitatori delle acque stagnanti dell’ isola, sono Elena Radonicich, dalla notevole presenza scenica, e il giovane Renato de Simone, che forse non coglie appieno l’occasione di presentarsi come un nuovo potenziale Tony Musante.
Ma in conclusione, chi sono gli idealisti che danno il nome al film? Come fosse dotato di un potere arcano, è il topos a suggerirci l’ovvia risposta: chiunque approdi sull’isola ha la sua occasione di realizzare il proprio sogno segreto. Che può anche essere un incubo.

Elisabetta Sgarbi debutta nella regia
Elisabetta Sgarbi Giorgio Scerbanenco
bella!
Sembra di respirare l’atmosfera che suscita una strana inquietudine : viene voglia di approdare su quell’isola!
È pericolosa.
Sono molto incuriosita e, nonostanti gli incub, i mi auguro un finale positivo.
Contaci.