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Manuale di sopravvivenza

Moschito

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Immagine di Stefano Navarrini

La tavola è sparecchiata per metà.

A casa ci torna che gli altri hanno finito di pranzare.

Dove sei stato? Gli chiede sua madre, mentre tira fuori la scodella dal microonde. Lui non risponde e sbuffa. Vanga nel piatto, un po’ alla cieca perché il vapore gli appanna gli occhiali.

Non ho fame, dice.

Va a buttarsi sul letto, posa gli occhiali sul comodino, poi brancola fino allo specchio del bagno.

Quando esci? Che ci fai chiuso là dentro?

Si sforza di non sentirla, sua madre, che bussa alla porta. Vede la punta del naso e intorno al naso una macchia informe: così gli sembra di essersi cancellato, finalmente.

Come sto senza occhiali? Chiede allo specchio.

Strizza gli occhi. Sorride. Neanche il suo sorriso riesce a vedere. Gli basta di sapere che per ora Moschito non c’è più, quello che per tornare a casa da scuola deve farsi tutto un giro, quello con gli occhiali che sono come due parabrezza, quello che, se i compagni lo acchiappano, prima o poi gli occhiali glieli scassano.

 

 

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SALVATORE RONGA

Nacque a bordo di un’isola nel golfo di Napoli, Ischia. Sbarcò raramente, così da poter attribuire al rollio ogni tormento esistenziale. Sperimentò varie forme di gastrite. Perse i capelli, ma non perse tempo a raccoglierli. Amò più di quanto i suoi amici sospettassero e odiò molto meno di quanto i suoi nemici avessero creduto. Venne alla luce il 13 luglio 1969 e da allora non fa che scrivere e riscrivere il suo epitaffio.

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