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Concorso letterario ellerì

Natale a Ù

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Immagine di Aglaja

In un piccolissimo Stato dell’Asia Minoreouguale, lo stato di Ù, il 99% della popolazione era di religione Gesooana.
C’era un ateo, uno soltanto: si chiamava Pippo Iononcredoingesoo, per gli amici Pippo, ma anche per i nemici.
Il 18 novembre si festeggiava il compleanno di Gesoo e tutti si sentivano felici e generosi: pensavano con tanta pena ai poveri, soprattutto mentre compravano regali utilissimi come lo Scaldanaso del famoso stilista Versacci, e alcuni donavano loro qualche spicciolo o i vestiti vecchi che non sapevano dove mettere.
Pippo Iononcredoingesoo non festeggiava, non comprava regali e, di solito, non ne riceveva: per questo aveva il naso freddo che colava. Il 18 novembre andava in giro a godersi lo spettacolo della generosità.
Quell’anno il Presidente di Ù aveva abolito la povertà: non si capiva come, ma c’era stata una storica dichiarazione dal balcone del Palazzo presidenziale e tutti, senza farsi troppe domande, avevano sventolato commossi le bandiere. Nei sondaggi il 99% della popolazione dichiarava che alle elezioni successive avrebbe votato il Presidente. C’era un dissidente, uno soltanto: era Pippo Iononcredoingesoo, per i nemici Pippo, visto che gli amici lo avevano abbandonato.
Il 18 novembre di quell’anno fu un giorno tristissimo: nessuno si sentiva ricco, nessuno pensava ai poveri, nessuno si compiaceva di eroici gesti di generosità come negli anni precedenti. Lo Scaldamento Versacci, il must have di quell’anno, ritenuto alla portata di tutti, non era stato acquistato da nessuno.
Nel suo girovagare Pippo individuò una famiglia, ancora talmente povera da non avere i mezzi per fingere di non esserlo. La esortò a uscire allo scoperto per sbugiardare il Presidente. E così accadde: venne sancito, stavolta dalla Costituzione, il diritto alla povertà. La tristezza scomparve e Pippo, nelle dichiarazioni di voto, godeva del 99% dei consensi.
Pippo, però, non si candidò: era ateo, dissidente anche con se stesso.

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