Il più recente libro dell’Autore partenopeo, L’antico amore (Mondadori, feb. 2025, 237 pp.), estrinseco a qualsiasi fortunatissima saga dello stesso, narra la storia di due amori struggenti, uno del primo secolo a.C., l’altro di un imprecisato momento del tardo novecento quando ancora si usavano i gettoni per telefonare; oltre a una coda spiazzante in questo millennio, con un personaggio sorprendentemente invecchiato, che dovrebbe chiarire certe cose e invece lascia il lettore incerto, almeno su quanti anni siano passati dal climax.
Ma veniamo alle incertezze lessicali tipiche di De Giovanni: in due occasioni usa il termine olezzo, non certo col significato proprio di profumo, ma neanche con quello ironico o scherzoso di puzza.Insomma, in entrambi i casi dimentica che esiste il lezzo.
A pagina 54 (nella suburra Romana): “(…) si è costretti a camminare in mezzo al liquame e al fango, perché dall’alto buttano giù feci e urina, sollevando un olezzo terribile.” A pag. 12 l’aveva definito “acre odore delle urine e delle feci.”
Pag. 126: “Seduto in mezzo al letto, indifferente all’olezzo del mio vomito rancido e degli avanzi di cibo.” (forse avrà voluto evitare il bisticcio tra letto e lezzo…).
Siamo pignoli e ci sembrerebbe più realistico l’uso dei numeri sotto il dieci per le ore pomeridiane, specie quando è specificato che l’azione avviene appunto di pomeriggio:
“(…) si verifica ogni pomeriggio attorno alle diciassette.”
“(…) alle sedici si alza dal letto, dopo il riposo post pranzo.”
“(…) io ceno alla trattoria Da Ettore alle venti.”
Però anche: “Erano le sei. Ed era già buio. Troppo presto per presentarsi per cena.”
A pag. 75 un’esagerazione: “Dal rancore e dalla rabbia Silvana era arrivata alle lacrime, che le irrigavano il viso copiose.” … Magari solo rigavano, solcavano!
Un’altra a pag. 107: “(…) si trattava di una studentessa modello, una sequenza ininterrotta di trenta e trenta e lode.” … Ma ha appena iniziato il secondo anno accademico; quanti ne avrà dati di esami? Quattro? Cinque? Non una gran sequenza in ogni caso.
(p. 189): “anche quella vigliacca minaccia?” … minaccia vigliacca.
(p. 197): “Oxana lancia un’occhiata attraverso le lastre” … Vetri di porte-finestre.
(p. 226): “lo stazionamento dei taxi” … Parcheggio.

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