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Attualità

Ora, in Cecenia

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Illustrazione Stefano Navarrini ©

In Cecenia,
ora,
il governo sta facendo retate di omosessuali.
Per il momento si sa di 100 arresti e tre morti, ma il filtro per il passaggio delle notizie si è fatto più stretto, e lo stesso governo, per smentire e bloccare la fuga di informazioni, ha dichiarato “non è possibile arrestare persone che non esistono, e non ci sono gay in Cecenia. Se ci fossero, le famiglie avrebbero provveduto a riportarli sulla retta via o li avrebbero eliminati”
Volevano, gli omosessuali ceceni, organizzare un pride nel Caucaso centrale (la Cecenia ne fa parte). La retata, di cui ancora non si sanno i veri numeri, sia degli arresti che degli omicidi, è una misura profilattica, questo dicono altre fonti.
Questo sta accadendo
ora,
in Cecenia.
La forbice tra zone di libertà e zone di persecuzione è sempre più larga, e non si può più chiamarla intolleranza: i termini corretti sono tortura e omicidio.
A me, la cosa apparentemente piccola, ma che colpisce molto, è: se ci fossero omosessuali, le famiglie avrebbero già provveduto a ‘redimerli’ o ‘punirli’. Il governo ceceno, questo, ci tiene a precisarlo. La famiglia è la cellula del corpo Società, è la succursale della chiesa e del governo, è la garanzia dell’allineamento alle direttive.
Sembrava dimenticato, questo costrutto arcaico, e invece rifiorisce come se il progresso, le lotte di emancipazione, le leggi per il matrimonio egualitario l’avessero solo messo in quiescenza, un letargo.
Ora.
La belva si è svegliata e si sta stiracchiando prima di uscire a cacciare.

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