Politica e ricchezza

Michele Serra scrive che: “l’aspetto più significativo della cerimonia di insediamento del presidente Donald Trump è la straordinaria concentrazione di miliardari, ovvero la presenza dei tre uomini più ricchi del mondo, Elon Musk, Jeff Bezos, Mark Zuckerberg, che sono al tempo stesso invitati e padroni di casa: perché sono anche gli sponsor, i finanziatori di Trump. Non che quando si insediava un presidente dem ci fossero, a festeggiarlo, operai e braccianti… Ma una così schietta, clamorosa parata di ricchi che festeggiano il loro trionfo politico, non si era mai vista”
Secondo Serra, in America, dove comunque milioni di poveri hanno votato per Trump, si è dato addio alla democrazia con gli auguri di un buon Medioevo a tutti… Un racconto come questo ha il suo fascino, ma sembra estratto da discorsi di un secolo fa. Fermo restando il timore che l’amministrazione di Trump possa non tenere conto, nella politica interna, delle conquiste fatte finora per lo stato sociale e in politica estera possa allentare l’attenzione sull’Europa, non si può non tenere conto che i ricchi sono sempre stati presenti nella politica americana finanziandola, sia quando si trattava di presidenti repubblicani che democratici. E che ricchi! Semplicemente si trattava di ricchi in linea con i canoni del ‘900. I ricchi presenti al giuramento di Trump sono i ricchi degli anni 2000 con i quali è necessario fare i conti, volenti o non. Con la speranza che la politica possa riconoscersi la capacità di gestire le sfide che ha di fronte, utilizzando le preziose innovazioni tecnologiche senza lasciarsi sopraffare dagli interessi dei monopoli e dalle elevate concentrazioni di ricchezze.
Nel nostro piccolo, in Italia, Gianni Agnelli, non so se finanziasse la politica, certamente ne determinava le scelte.

3 commenti su “Politica e ricchezza”

  1. Si parla di “ricchi” tout court senza pensare che 20 anni fa erano tutti–se non poveri–sicuramente di classe media. Nessuno di loro ha rubato allo Stato ne si e’ avvalso di “conoscenze” per diventare ricchi ma si sono fatti da soli, usando il proprio intelletto, lavoro e preveggenza rischiando il poco che avevano per realizzare i loro sogni. C’e’ chi si lamenta che sono “vicini” a Trump e non si accorgono che sono i migliori consiglieri un Presidente possa avere: uomini che non devono usare i favori politici per incrementare i loro averi e che hanno la lungimiranza e le capacita’ per dare un consiglio disinteressato al capo del governo. E noi, invece, cosa abbiamo? Avevamo Agnelli che di disinteressato non aveva nulla ed ora Elkhan, che tenta di succhiare il piu possibile dall’Italia ed i suoi lavoratori con false promesse con la complicita’ di chi dirige i sindacati–anche loro tesi ad arricchirsi in qualsiasi modo possibile.

  2. Martini roberto

    vero non è una novità ; non c’è comunque da essere contenti di questo. i ricchi finanziano e determinano la politica solo per il loro tornaconto, se ne fregano dei poveri . Ma in Usa sta accadendo anche altro, in particolare una tragica retromarcia in tema di diritti umani. Ad esempio : respingimento forzato di migliaia di migranti, ripristino della pena di morte negli stati che l’avevano sospesa.

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