Ero una studentessa universitaria. Un giorno un professore, dopo aver corretto un mio scritto, se ne esce con questa frase. La cito testuale, compresi i segni grafici, occhio anche a quelli. Mi scrive: «Complimenti, ottimo lavoro. Si vede che lei, pur essendo donna, “ragiona”». Queste virgolette, perché mai le avrà usate? Ma sì, per rendere il tutto più leggero, magari scherzoso. Mica era un’offesa.
Devo confessare che, per una serie di motivi che dovrò scandagliare con una brava analista, e su cui vi chiedo gentilmente di soprassedere per adesso – se siete curiosi googlate patriarcato internalizzato, ma anche paralisi da shock – in quel momento non ho reagito. Oggi me ne pento, certo, e infatti sono qui a parlarne. Ma se io avessi reagito, come avrebbe a sua volta risposto il saggio professore? Già me lo immagino. Avrebbe detto che, suvvia, non le ha viste le virgolette? Era uno scherzo!
Però forse mi sbaglio, forse quelle virgolette le ha usate per un motivo diverso. Vediamo…forse non è riuscito a trovare la parola giusta per descrivere con precisione quello che voleva dire. E allora ha usato un lontano e per lui insoddisfacente sinonimo, messo tra virgolette. Pur essendo donna, “ragiona”. Forse voleva dire: «Pur essendo donna, sorprendentemente riesce ad articolare delle frasi di senso compiuto, pure logicamente concatenate tra loro, che per giunta non hanno a che fare con ceretta all’inguine, candida, o vestiti da sposa».
O ancora forse, dico forse, ha usato le virgolette per rendere l’idea di un’iperbole, di una voluta esagerazione. Cioè, ha pensato: «Non è che proprio proprio posso dire ragiona, di una donna, non voglio fare fantasy, tipo elfi, hobbit, draghi che parlano e, appunto, donne che ragionano. No. Piuttosto, voglio dire che lei, signorina, ha dei pensieri vagamente sensati, ma vabbè, sono magnanimo oltre che progressista» – della serie #IoHoMolteAmicheDonne – «e quindi oso, la sparo grossa, e dico lei “ragiona”».
So cosa state pensando. Che questa esegesi approfondita della parola ragiona forse non sta centrando il punto. Perché la parte più interessante è quella subito prima, cioè «Pur essendo donna». Ci sta. Ancora questa parte mi da’ gli incubi. Se dovessi scegliere un travestimento mostruoso per una festa di Halloween, probabilmente sarei indecisa tra un costume da Lista delle attività in sospeso su Google Calendar (cioè, i temibili promemoria scaduti), oppure appunto uno da Pur essendo donna (come sarebbe poi in concreto questo costume non lo so, ma non sottilizziamo). Pur essendo donna. Un po’ come dire: nonostante la tua degradante menomazione, povera stella.
Grazie tante prof, “nessun” rancore. Mi auguro solo che, essendo lei un egregio stronzo, non rimanga soffocato dal suo stesso egregio fetore. Ma non si preoccupi, non succederà, perché di stronzi in giro ce ne sono così tanti, a dire così tante stronzate, che siamo tutti e tutte praticamente assuefatte.

Immagine creata dall'Autrice con ChatGPT
Assuefazione Misoginia Stronzi
Ottima analisi! Io sono più tranchant: è alla parola “pur essendo” che già mi inalbero. Si figuri che,cantando ai bambini alcune canzoni popolari,ho cambiato volutamente la parola “sebben che siamo donne..paura non abbiamo” in “è ben”che siamo donne..☺️
Ciao Loana. Bello quello che hai scritto! Grazie.
La geniale Lella Costa, a proposito di un apprezzamento maschilista subìto: “… Però ha delle gambe…”, commentava: “E’ quel però !…”
Grande!
Non dimenticare Prof. che Lei è proprio nato da una come me, noi donne possiamo dare vita o toglierla e su una cosa ha ragione ; se Sua madre avesse “ ragionato” non avrebbe portato al monto uno come Lei
Mai dimenticate questo : gli uomini non esisterebbero se una donna non decide sulla vostra vita …
Grazie del tuo commento! Vedo un problema, sai: altre persone nella sua posizione (forse incluso lui stesso) non mettono in dubbio quello che dici tu. Anzi, esaltano il ruolo della donna come generatrice della vita. Solo che, poi, la confinano in quello stesso ruolo. E questo gli impedisce di vederla come una pari.
Una cosa simile l’ho subìta anche io, a proposito della mia professione: sono geologo, anzi “geologa” e quando lo dico ovviamente suscitò meraviglia in alcuni/alcune in quanto spesso mi è stato detto:”caspita, sei geologo, una scelta tipicamente maschile!” Come dire che essendo un lavoro tipicamente “da uomo” non avrei dovuto scegliere di studiare la mia grande passione, cioè la Geologia! Anche stamattina ho potuto vedere l’ennesima espressione di meraviglia sul volto di una persona, non priva di cultura, anzi al contrario, che ha avuto contatti con persone ugualmente “acculturate”. Ma a questo punto credo che anche chi ha studiato, come me, all’ università, a volte non ha a sufficienza un’ apertura mentale da poter considerare la Geologia “roba da donne”!!!! Iterum alte volat!!!! Di nuovo vola alto!!!!
Giusto. Avere una preparazione universitaria, avere studiato, non è affatto una garanzia. Se la cultura in cui tutti siamo immersi e immerse è diffusamente sessista, poi non sorprende tanto che un uomo “di cultura” abbia dei comportamenti sessisti. Agire sulla cultura, sul sistema, è la chiave.
Scusate ho scritto per errore suscitò invece di “suscito”