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Quattro dicembre Con la vostra testa

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Prima di decidere se andare o non andare a votare il 4 dicembre prossimo, leggete la riforma. Non c’è bisogno di essere costituzionalisti, o laureati, ma non è nemmeno necessario essere diplomati. Basta saper leggere. La riforma è chiara. Le norme sono facilmente comprensibili e comprensibile pure è la ratio complessiva della novella.
Leggetela senza tener conto delle ragioni politiche del partito o movimento politico che solitamente votate o che avete deciso di votare alle prossime elezioni; della composizione degli schieramenti che sostengono le ragioni del sì e del no; delle ragioni giuridiche che sostengono il sì e di quelle che sostengono il no. Leggetela tenendo soltanto presente il contenuto della riforma e valutate se la riforma sia importante per voi in quanto cittadini italiani.
Se decidete che è importante e, conseguentemente, ritenete giusto e doveroso andare a votare, rileggete la riforma almeno altre due volte senza tener conto di quanto scritto sopra e anche di ciò che sostiene lo schieramento del no riguardo all’intoccabilità della Costituzione. È una baggianata. La Costituzione dal ’48 ad oggi è stata modificata 15 volte. 12 volte negli ultimi 30 anni e 9 negli ultimi 16. Si tratta in molti casi di riforme che hanno modificato profondamente l’ordinamento costituzionale, amministrativo e giudiziario della nostra Repubblica.
Allo stesso modo non è possibile convenire con coloro che per sostenere il sì dicono che in settanta anni la Costituzione non è stata riformata, né è possibile, almeno soltanto a fini statistici, affermare che, se non passa questa riforma, non si faranno più riforme della Costituzione.
Altra ragione assolutamente insostenibile propalata a favore del no è quella di mandare a casa Renzi. Se vince il no può darsi che Renzi decida di dimettersi, ma, visto che non c’è stato un voto di sfiducia delle Camere, non è detto che le dimissioni siano accettate dal Presidente della Repubblica. L’ipotesi più probabile è la verifica della fiducia da parte della maggioranza che sostiene il Governo.
Allo stesso modo chi appoggia il sì non può dire che se vince il no si aprirà una crisi di governo che avrà conseguenze sui mercati e renderà più difficile i rapporti con gli altri paesi europei e con l’Unione europea. Si è visto in passato che non è così. Nel 2006 gli italiani hanno bocciato la devolution di Berlusconi e non ci sono state conseguenze drammatiche.
Vero è che in quel momento al Governo era Prodi che sosteneva il no  Tuttavia tale vittoria non aiutò il Governo di centro sinistra a resistere fino alla fine della legislatura, considerato che dopo 18 mesi Prodi si dimise. Né la sconfitta ebbe come conseguenza la frantumazione del centro destra, dato che nel 2008 Berlusconi rivinse le elezioni e il suo Governo restò in carica fino al novembre 2011.
Non date retta nemmeno a chi minaccia l’avvento di una dittatura o di un regime delle banche e delle multinazionali. Se vince il sì non potrà accadere nulla di tutto ciò perché il nostro ordinamento ha in sé gli anticorpi per evitare qualsiasi deriva autoritaria. Innanzitutto perché, anche se vince il sì, esisterà una Camera dei deputati democraticamente eletta, ed esisterà ancora una Corte Costituzionale e, soprattutto, continuerà a esistere un Presidente della Repubblica che è il primo garante della Costituzione.
Perciò leggete la riforma. Fatevi un’idea vostra senza tener conto dei politici, dei giuristi, dei blogger e senza tener conto nemmeno di quello che qui ho scritto io. Pensate con la vostra testa, scegliete con la vostra testa, confermate, con un sì o con un no, che la nostra è sempre una democrazia.

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