Quattro parole di troppo

Ho partecipato ad un contest, mi riprometto sempre di non farlo più ma poi… ci ricasco.
Il tema era un racconto libero con partenza obbligata da questo incipit: “Io ne contai dodici. Urlavamo tutti e vidi”. Numero massimo di parole 100, comprese le 8 parole dell’incipit.
Ho composto, ho tagliato, perché avevo sforato abbastanza, ho ricontato e mi sembrava di aver raggiunto il numero “perfetto” 100.
Ho inviato e… invece erano 104… mi hanno avvertito. Tagliare ancora.
Allora mi sono avvalso della mia libera scelta consistente nell’autoesclusione.
Le regole sono regole e vanno rispettate.
Ho sforato, nessun taglio di altre 4 parole. Nessun “soccorso istruttorio”, come si dice nel gergo del diritto amministrativo.
Rispetto per gli altri che, più di me, sono stati bravi a centellinare le parole.
Lo ripropongo qui a ElleRì nella versione originaria conscio di non dover centellinare.

EPPURE… PASSANO

Io ne contai dodici. Urlavamo tutti e vidi le ore che correvano. Eravamo talmente sconvolti da non riuscire a comprendere se fosse l’una di notte o di giorno. Nonostante le urla, le due dormivano una a mo’ di pennica post prandiale, l’altra profondamente, da sonno notturno. Non si scomposero le tre, perfette come il numero. Le quattro continuarono a giocare ai cantoni mentre le cinque erano alle prese col tè. Le sei, a mo’ delle cicale, cantarono… “bellissima” mentre le sette, più fattive come le formiche, già programmavano la stagione a venire. Le otto cenarono e le nove vollero andare in Tv da Fazio. Le dieci ascoltarono i comandamenti che le undici eseguirono prima di andare a letto. Alle dodici, ancora sconvolte, non restò che interrogarsi: “ma dopo di noi viene l’una di giorno o l’una di notte”?

(Mic L’Ape 🐝)

6 commenti su “Quattro parole di troppo”

  1. Liliana Stanziani

    Questa rivista è troppo intelligente per me… Perché tante volte non la capisco, vorrei farcela, ma mi ritrovo impelagata in qualcosa di molto originale che punta sulla mia intelligenza senza trovarla, e allora mi distrugge… Vi prego una prece per me che non mi ritengo alla vostra altezza. Lasciatemi nel mio abisso che a rrisalireci penso da sola.
    Ci riesco?? E poi non ho nemmeno un sito web… Povera me!!

  2. Cristina Ferrini

    Leggero, arguto e accattivante, questo racconto è una danza della Vita, quella che scorre inesorabile e affascinante! L’autore racchiude la nostra quotidianità senza cadere nello scontato …anzi, con l’animo divertito di chi non teme il tempo che passa, semplicemente perché sa saggiamente trasformare lo scorrere delle ore in una girandola inebriante, rendendole buffe e sornione! Una lezione di vita: fra una battuta e l’altra, fra un riferimento serio e uno faceto, la Vita ci sorride come noi possiamo sorridere a lei! Grazie, Michele 👏🏼

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