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Manuale di sopravvivenza

RIP, il cordoglio 2.0

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se il requiem fosse un rap? Sarebbe un RIP.
Dimenticate le pensosità armoniche di Mozart, i furori ritmici di Verdi, il patetismo melodico di Fauré.
Il ventesimo fu il secolo breve. Il ventunesimo è uno scatto alla risposta.
Una stella che si spegne? RIP.
Un amico che imbocca il tunnel senza ritorno? RIP.
Una carneficina che lascia sgomenti? RIP, RIP e ancora RIP.
E chissenefrega del sonno eterno, noi siamo vivi e non abbiamo tempo. L’età del Social è quella del cordoglio prêt-à-porter, del lutto cotto e mangiato, del disdoro zippato. RIP, RIP e ancora RIP.
Requiescant in pace omnia verba. In fin dei conti a riposare in pace sono solo le parole.
RIP

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SALVATORE RONGA

Nacque a bordo di un’isola nel golfo di Napoli, Ischia. Sbarcò raramente, così da poter attribuire al rollio ogni tormento esistenziale. Sperimentò varie forme di gastrite. Perse i capelli, ma non perse tempo a raccoglierli. Amò più di quanto i suoi amici sospettassero e odiò molto meno di quanto i suoi nemici avessero creduto. Venne alla luce il 13 luglio 1969 e da allora non fa che scrivere e riscrivere il suo epitaffio.

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