Annottare rubizzo e svagato
lontano da una gelida cinta di prato,
trascurare tra i rovi e le liane
stridi di tordi, tonfi di lepri.
Nelle zolle del campo o su la breccia
scompigliar le righe di nere forficole
ch’ora si uniscono ed ora si scontrano
in fondo a gigantesche buche.
Udire tra frasche lo scalpitare
vicino di scogli di lago
mentre planano robusti spicchi
di locuste da fronzute valli.
Ma restando nella luna che addiaccia
vedere con lieta consuetudine
com’è solo la morte e la sua quiete
e in quell’interrompersi v’è una siepe
con sotto tappi molli di borraccia.
Il Montale prima della “rivoltata” è quello di “meriggiare pallido e assorto” (clicca qui) – La Redazione