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Sedriano La miseria dell’informazione

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Il Gonfalone del Comune di Sedriano

 

Casaleggio: “Ora Roma”. Accidenti, che è successo? M5S ha espugnato Sedriano, un comune dell’hinterland milanese: adesso punta sulla Capitale. Ad aver eccitato la mia attenzione non è, però, il proclama garibaldino di Casaleggio; sono i titoli e i commenti dei quotidiani, compresi gli “autorevoli” dal tono, se possibile, ancora più enfatico. “La prima volta in Lombardia” “Piccolo comune Grandi lezioni” e via andando.

Ho cercato di capire quali sconvolgimenti sono avvenuti a Sedriano. Ecco cosa ho trovato. Il 15 novembre i sedrianesi sono andati alle urne per eleggere il Sindaco e rinnovare il Consiglio comunale. Da ben tre anni c’era un Commissario perché quel Consiglio – primo caso in Lombardia – era stato sciolto per infiltrazioni della Ndrangheta. La diminuzione dei votanti (un po’ al di sotto del sessanta per cento) è stata in linea con l’andamento che si verifica da tempo in tutta Italia.

I risultati non li ho trovati particolarmente sorprendenti. Giudicate voi: primo partito, quindi vincitore, M5S con 1592 voti (29,89%); staccato di 39 voti (1553 – 29,16%) il PD; a seguire, la Lega (1016 – 19,07%) una Lista civica (546 – 10, 25%) Sinistra per Sedriano (339 – 6,36%) e Fratelli d’Italia (279 – 5,2%).

Nelle elezioni politiche del febbraio 2013, votò il 79, 97%: più 20% rispetto ad oggi, una differenza indiscutibilmente grande. La distribuzione dei voti fu la seguente: PD 1768 (26,38%) Sel 131 (1,95%) Centro dem. 8 (0,12%) Totale per Bersani 1907 (28,46%); Pdl 1467 (21,89%) Lega 571 (8,52%) Altri destra 105 (1,56%) Totale per Berlusconi 2143 (31,98%); M5S 1714 (25,58%) e Monti 648 (9,67%).*

Dal confronto fra queste due tornate elettorali risulta che:

a) Il PD e il M5S hanno accresciuto di circa 3 punti la percentuale pur perdendo voti in assoluto; la causa è, evidentemente, la diminuzione del numero dei votanti.

b) La Lega ha quasi raddoppiato i voti crescendo in percentuale di oltre 10 punti

c) Rispetto al 2013 non erano presenti le liste di Berlusconi e di Monti che avevano raccolto rispettivamente quasi il 22 e quasi il 10 per cento

d) La Sinistra per Sedriano (dei cui dettagli non dispongo) ha preso quasi il 5% in più rispetto a Sel nel 2013

Le precedenti comunali risalgono al 7 giugno 2009. Votarono, allora, quasi il 76% degli aventi diritto attribuendo la vittoria al candidato di Pdl e Lega con 2873 voti (45,53%) su quello della lista “Sedriano” (presumo di centrosinistra) che raccolse 2447 suffragi (38,78%). Un comune, dunque, tradizionalmente orientato a destra. Aggiungete che il neo sindaco, il grillino Angelo Cipriani, ha votato in passato AN e Lega; ce ne informa lui stesso in una intervista al Corriere della sera.

Ciascuno può trarre le proprie valutazioni; ecco le mie.

1 – La Lega ha intercettato solo un terzo dei voti di Berlusconi (500 su 1500 circa)

2 – M5S, pur vincendo, ha preso 122 voti meno rispetto al 2013; o non hanno preso nulla né dal PD né dagli ex berlusconiani o hanno perso elettori in numero pari a quelli che hanno guadagnato

3 – Il PD che pure avrà raccolto una parte dei voti ex-Monti incontra difficoltà – almeno in sede locale – ad accrescere consensi, sia verso il centro sia verso la sinistra

4 – La Sinistra non ha manifestato grande capacità espansiva, ma ha confermato che, erodendone i margini, può far perdere il PD; in questo caso per appena 39 voti

Il minuscolo test fornisce, dunque, utili indicazioni per tutti; soprattutto per M5S che, pur in una situazione favorevolissima, è restato sostanzialmente fermo. Tutto è tranne che l’avvio trionfale per una nuova “marcia su Roma”.

Termino con un appunto sulla legge elettorale. Nei comuni sotto i 15.000 abitanti chi prende un voto in più fa en plein; per cui a Sedriano con il 29,89% dei voti si prende il sindaco e 11 consiglieri su 16; i cinque seggi della minoranza sono andati 3 al PD, 1 alla Lega Nord, e 1 alla Lista civica per Sedriano. La Sinistra non entra neppure in Consiglio. In base agli argomenti urlati contro l’Italicum si dovrebbe dire che siamo all’assassinio della democrazia.

Per carità! Un conto sono i piccoli comuni, un altro il governo nazionale. E poi – ecco l’essenziale – nell’Italicum e in tutti gli altri comuni, Roma compresa, c’è il ballottaggio.

Perché queste cose dovete leggerle qui e non sui “quotidianoni” che usano ormai l’informazione come una droga da spacciare a tossicodipendenti? Chiedetevelo e capirete qualcosa di più dell’Italia.

 

*I dati sono attinti dal sito ufficiale del Ministero degli Interni 

 

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CLAUDIO PETRUCCIOLI

Nella vita ho fatto molte cose, ho avuto esperienze diverse, ho conosciuto tantissime persone; alla mia età (sono nato nel 1941) possono dirlo più o meno tutti. Mi piacciono molto le esplorazioni di luoghi poco frequentati perché i più preferiscono evitarli Ci sono stati momenti in cui sono stato “famoso”. Ad esempio nel 1971 quando a L’Aquila ci furono moti per il capoluogo durante i quali furono devastate le sedi dei partiti, compresa quella del Pci, di cui io ero segretario regionale. Ma, soprattutto, nel 1982 per il cosiddetto “caso Cirillo”, quando l’Unità pubblicò notizie sulle trattative fra Dc, camorra e servizi segreti per la liberazione dell’esponente campano dello scudo crociato sequestrato dalle BR. Io ero il direttore de l’Unità e mi dimisi perché usammo un documento “falso”; che, però, diceva cose che si sono dimostrate, poi, in gran parte vere. Sono stato in Parlamento e nella Segreteria del Pci al momento in cui cadde il Muro di Berlino, e anche Presidente della Rai. Con queste funzioni sono stato “noto” ma non “famoso”. La fama te la danno i media. Io, durante il caso Cirillo, ho avuto l’onore di una apertura su tutta la prima pagina de La Repubblica: “Petruccioli si è dimesso”. Quanti altri possono esibire un trattamento del genere? PS = Una parte di queste avventure le ho raccontate in “Rendiconto” (Il Saggiatore) e “L’Aquila 1971” (Rubbettino)

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