Caricamento

Digita la ricerca

Costumi

Shopping geniale

9.246 visite

Sono vecchia grassa malata e soffro di iperacusia. Odio entrare nei negozi firmati e firmanti, con relativa musica a palla, commesse spitinfie e taglie 38. Inoltre sono di una avarizia patetica.

Qui a Roma sotto casa, in via Cola di Rienzo, le bancarelle mi servono alla perfezione, in relativo silenzio.

Spesso gli indumenti sono di aspetto carino. I cinesi hanno una gran fantasia.

Accorgimenti:

a) uscite di casa con maglietta aderente e gonna ampia e lunga: così potrete provare l’indumento senza spogliarvi in mezzo alla strada.

b) palpate bene l’oggetto. A volte, per quanto attraenti, quei pantaloni a scacchi con l’elastico in vita (perfetti per chi ha vita larga e fianchi inesistenti), sono fatti in cartone masticato. O in plastica sgrumolenta.

c) specchiatevi senza vergogna nella vetrina della boutique antistante, dai prezzi focosi. Potete anche farle una linguaccia.

d) se vi restano dubbi, comprate un solo item. Correte a casa, a provarlo sul serio, e poi tornate giù sempre di corsa, e prendetene dieci copie, in tutti i colori. Altrimenti non lo troverete mai più. In genere i cinesi quando un oggetto vi piace smettono di produrlo IMMEDIATAMENTE.

Conclusione: non mi sono mai pentita di un acquisto bancarellaro. Dopo 10 anni ancora conservo uno scamiciato giallino francese acquistato, usato, a Bonassola, per due lire.

Tags:
GIOVANNA NUVOLETTI

Sono nata nel 1942, a Milano. In gioventù ho fatto foto per il Mondo e L’Espresso, che allora erano grandi, in bianco e nero, e attenti alla qualità delle immagini che pubblicavano. Facevo reportage, cercavo immagini serie, impegnate. Mi piaceva, ma i miei tre figli erano piccoli e potevo lavorare poco. Imparavo. Più avanti, quando i ragazzi sono stati più grandi, ho fotografato per vivere. Non ero felice di lavorare in pubblicità e beauty, dove producevo immagini commerciali, senza creatività; ma me la sono cavata. Ogni tanto, per me stessa e pochi clienti speciali, scattavo qualche foto che valeva la pena. Alla fine degli anni ’80 ho cambiato mestiere e sono diventata giornalista. Scrivevo di costume, società e divulgazione scientifica, per diversi periodici. Mi divertivo, mi impegnavo e guadagnavo bene. Ho anche fondato con soci un posto dove si faceva cultura, si beveva bene e si mangiava semplice: il circolo Pietrasanta, a Milano. Poi, credo fosse il 1999, mi è venuta una “piccolissima invalidità” di cui non ho voglia di parlare. Sono rimasta chiusa in casa per quattro/cinque anni, leggendo due libri al giorno. Nel 2005, mi sono ributtata nella vita come potevo: ho trovato un genio adorabile che mi ha insegnato a usare internet. Due giovani amici mi hanno costretta a iscrivermi a FB. Ho pubblicato due romanzi con Fazi, "Dove i gamberi d’acqua dolce non nuotano più" nel 2007 e "L’era del cinghiale rosso" nel 2008, e un ebook con RCS, "Piccolo Manuale di Misoginia" nel 2014. Nel 2011 ho fondato la Rivista che state leggendo, dove dirigo la parte artistico letteraria e dove, finalmente, unisco scrittura e fotografia, nel modo che piace a me.

  • 1

Ti potrebbe piacere

Lascia un commento

Your email address will not be published. Required fields are marked *