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Costumi

Sii benedetto gelsomino matto

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Sii benedetto gelsomino matto, modesto e forte, che cresci in ogni clima. Hai profumo leggero, delicato, che coglie all’improvviso anche in piena città, dietro un muro qualunque. Il tuo messaggio è semplice e sottile: “la vita ha senso anche dentro i sensi, il vivere è possibile, c’è armonia nelle cose, nulla è da temere”. Sii benedetto gelsomino matto.
Non ti avvilisca il nome impronunciabile, da spermatozoo imbambito. Rincospermo. No, non te lo meriti. E non è che il tuo nome scientifico sia meglio: Trachelospermum jasminoides. Ma non sei un falso gelsomino, una copia andante di quello originale e aristocratico – nemmeno siete parenti, poi: tu appartieni alla famiglia delle Apocynaceae, lui alle Oleacee, e sei molto meglio tu.
Il vero gelsomino, Jasminum, invece, non è fedele e non è robusto. Non resiste all’inverno. Pretende mille cure. E il suo profumo è arrogante e grasso, esplicito e sessuale. E poi, annusandolo bene, al di là del barocco e del broccato, si distingue un preciso sottofondo di putrefazione

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GIOVANNA NUVOLETTI

Sono nata nel 1942, a Milano. In gioventù ho fatto foto per il Mondo e L’Espresso, che allora erano grandi, in bianco e nero, e attenti alla qualità delle immagini che pubblicavano. Facevo reportage, cercavo immagini serie, impegnate. Mi piaceva, ma i miei tre figli erano piccoli e potevo lavorare poco. Imparavo. Più avanti, quando i ragazzi sono stati più grandi, ho fotografato per vivere. Non ero felice di lavorare in pubblicità e beauty, dove producevo immagini commerciali, senza creatività; ma me la sono cavata. Ogni tanto, per me stessa e pochi clienti speciali, scattavo qualche foto che valeva la pena. Alla fine degli anni ’80 ho cambiato mestiere e sono diventata giornalista. Scrivevo di costume, società e divulgazione scientifica, per diversi periodici. Mi divertivo, mi impegnavo e guadagnavo bene. Ho anche fondato con soci un posto dove si faceva cultura, si beveva bene e si mangiava semplice: il circolo Pietrasanta, a Milano. Poi, credo fosse il 1999, mi è venuta una “piccolissima invalidità” di cui non ho voglia di parlare. Sono rimasta chiusa in casa per quattro/cinque anni, leggendo due libri al giorno. Nel 2005, mi sono ributtata nella vita come potevo: ho trovato un genio adorabile che mi ha insegnato a usare internet. Due giovani amici mi hanno costretta a iscrivermi a FB. Ho pubblicato due romanzi con Fazi, "Dove i gamberi d’acqua dolce non nuotano più" nel 2007 e "L’era del cinghiale rosso" nel 2008, e un ebook con RCS, "Piccolo Manuale di Misoginia" nel 2014. Nel 2011 ho fondato la Rivista che state leggendo, dove dirigo la parte artistico letteraria e dove, finalmente, unisco scrittura e fotografia, nel modo che piace a me.

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