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Storia

Spagna 1936 – L’assassinio di Calvo Sotelo

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Dopo le elezioni vinte dal Fronte Popolare nel febbraio del 1936, le forze della destra incoronarono José Calvo Sotelo (1893 – 1936) leader della opposizione nella seconda repubblica di Spagna traballante tra opposte tendenze di destra e di sinistra che sconfinavano in sempre più violenti scontri di piazza e uccisioni.

Conservatore, cattolico e monarchico, Sotelo denunciò in Parlamento le violenze di parte anarchica, socialista e comunista e in un clima sempre più infuocato l’allora presidente del consiglio Casares Quiroga si lasciò andare ad una replica minacciosa ( “La violenza contro il capo del partito monarchico non sarebbe un crimine” ) cui Sotelo replicò assumendosi ogni responsabilità per la sua parte (“Voi mi ritenete responsabile non soltanto delle mie azioni, ma anche di quelle che potrebbero verificarsi. Ebbene accetto ogni mia responsabilità e anche quella di azioni nelle quali non ho avuto parte, purché siano state compiute per il bene della Spagna”).

Gli eventi precipitarono. Il 12 Luglio 1936 venne ucciso dai falangisti José del Castillo, dirigente dell’ Unión Militar Republicana Antifascista. E quella stessa notte Calvo Sotelo fu rapito e ucciso a Madrid per ritorsione. Il rapimento fu pianificato dall’estremista Fernando Condés della Guardia Civil. Un camion degli “Asaltos” si diresse a casa di Calvo Sotelo in calle Velazquez. Sul camion erano presenti lo stesso Condés, Victoriano Cuenca che a Cuba era stato guardia del corpo del generale Gerardo Machado, due membri della gioventù social-comunista e alcuni “asaltos”.

Giunti a casa di Sotelo alle tre del mattino lo svegliarono e lo invitarono a venire al comando della polizia. Sotelo godeva dell’immunità parlamentare. Non fu possibile verificare la legittimità della richiesta poiché gli asaltos avevano già provveduto a staccare i fili telefonici. Partiti con il camion, dopo circa mezzo chilometro, Cuenca gli sparò due volte alla nuca poi scaricarono il corpo al Cimitero dell’Est che fu identificato solo il giorno dopo.

La notizia diffuse la sensazione che il Governo presieduto da Santiago Casares Quiroga non fosse in grado di controllare la propria polizia. Lo stesso giorno dell’omicidio alcuni degli Asaltos furono arrestati mentre Condés e Cuenca riuscirono a nascondersi. Nel frattempo il Governo dispose la chiusura di tutte le sedi politiche dei carlisti e degli anarchici. Mentre l’UGT e Partito Comunista di Spagna espressero solidarietà al Governo.

Il 15 luglio 1936 ci fu l’ultima riunione in Parlamento in cui i rappresentanti monarchici accusarono il governo di aver portato il paese all’anarchia e Gil Robles tenne una pubblica orazione in onore di Sotelo nel corso della quale elencò tutti gli atti di violenza avvenuti nel paese accusandone il Governo e ricordò che esponenti della maggioranza avevano minacciato lo stesso Sotelo concludendo: “Il sangue di Calvo Sotelo sommergerà il governo”.

A seguito dell’assassinio i militari, che già meditavano una insurrezione, videro in questo ultimo evento che non c’era tempo da perdere, e il 17 luglio 1936 la Spagna precipitò in una sanguinosa guerra civile, preludio alle tragedie che devastarono poi tutta l’Europa.

 

DUCCIO TROMBADORI

Duccio Trombadori. Nato a Roma nel 1945, figlio e nipote d’arte, dal padre Antonello e dal nonno Francesco ha ereditato la passione per la politica e la pittura. Laureato in Filosofia, è stato giornalista, critico d’arte, saggista, docente di estetica alla università di Architettura di Roma. Ha iniziato a scrivere d’ arte su ‘L’Unità’ alla fine degli anni Settanta, ha continuato in seguito su ‘Rinascita’, ‘Panorama’, ‘Il Foglio’, ‘Il Giornale’, e sul Tg3. Esperto d’ arte italiana del ‘900, ha diretto una rivista d’arte (‘Quadri&Sculture’, 1993-1998) ed ha curato monografie di Mario Mafai, Francesco Trombadori, Antonio Donghi, Riccardo Francalancia, Giulio Turcato, Renato Guttuso, Mario Schifano, Mario Ceroli. Tra il 1993 e il 2013 ha collaborato a diverse edizioni della Biennale di Venezia, di cui è stato consigliere di amministrazione. E’ stato più volte consigliere di amministrazione della Quadriennale di Roma. E’ autore di un libro- intervista con Michel Foucault (1982) e di una biografia ragionata di Gino De Dominicis (2012) . Un suo libro di versi (’Illustre Amore’, 2007) è giunto finalista al Premio Viareggio. E’ pittore di piccoli paesaggi di gusto ‘novecentesco’ che ha esposto a Parigi e Roma tra il 1990 e il 2014.

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