FolleMente di Genovese: come dormire discretamente bene al cinema (attenzione: contiene piccoli spoiler).
Il successo del film FolleMente è l’ennesima riprova del mio essere Bastian Contrario. L’ultima volta è successo con C’è ancora domani, ma ne verrebbe fuori un’altra recensione antipatica per cui tralascio.
A livello di “soporificità” dell’opera incomincio col dirvi che tradizionalmente con i film che mi annoiano do almeno la sufficienza piena. Il film si è rivelato abbastanza soporifero e sono riuscita a dormire profondamente da circa metà del primo tempo. Non do un 8 o un 9 soltanto perché il volume troppo alto della pubblicità – non certo il film – mi ha svegliato all’inizio dell’intervallo.
Durante il secondo tempo sono rimasta sempre sveglia, quindi una straccio di recensione sono in grado di farla.
In breve si parla di un primo appuntamento organizzato a casa di lei. Lui divorziato, lei appena uscita da una relazione disastrosa. Lei indossa tacchi vertiginosi per tutto il film, poi finisce per indossare la camicia di lui raccolta dal pavimento, infine una maglia con l’immagine di Che Guevara – che ribelleee!
Entrambi durante tutto l’appuntamento – tranne forse quando si conoscono biblicamente – ascoltano le insistenti e contrastanti voci del loro cervello che litigano tra loro per banalità, tra le quali cosa sia più giusto indossare al primo appuntamento, quando baciarsi, se sia troppo presto o già tardi per fare qualsiasi cosa, se debba buttare l’immondizia lui mentre va via o lei il giorno dopo, se andarsene dopo la sigaretta o restare a oltranza. I due arrivano addirittura a pensare di prendere un cane assieme a sole poche ore dal primo annusamento.
Tutto scontatissimo, anche il ritorno dell’ex di lei che si presenta con un regalo che poi verrà aperto davanti alla nuova fiamma del momento che si arroga pure il diritto di saper cosa ci sia dentro il pacco. Lo apriamo insieme? Sì dai, apriamolo! E la figlia di lui che vuole che il padre la vada a riprendere da casa di un’amica ma lui non va perché ha altro da fare, e lei lo sente parlare e pensa sia un bravo padre, per giunta ha congelato gli ovuli per cui si intavola pure un discorso sui pro e i contro dell’esser genitori.
Ho raccontato troppo, o troppo poco, in verità non c’è molto altro. E’ un minestrone di chiacchiere banali tra due sconosciuti dentro una stanza, mi sembra di sentire l’odore delle verdure stufate sino a qua.
La tematica di fondo è la lotta tra l’essere se stessi o mostrarsi all’altro nel miglior modo possibile anche se finto e costruito, con piccoli sprazzi di femminismo gettati qua e là come coriandoli – che fai, non ce lo metti un pochino visto che va tanto?
Il pubblico ride, si immedesima nei protagonisti e io mi sento un’aliena. È normale avere mille fisime quando una persona nuova entra nella nostra vita?
Io mi sono sempre mostrata per quella che sono, e se un incontro d’anime deve essere, non ci sono vocine dentro la testa che tribolano per farmi fare la cosa più giusta. Sono convinta che le cose più belle arrivino all’improvviso proprio quando non stai lì a ragionarci. Ho trovato tutto davvero innaturale. Un’ora solo per decidere se tenere la luce accesa o spenta. Ditemi se vivete così, vi prego, perché per me vi state complicando la vita. L’amore è una cosa semplice
Sono perfettamente d’accordo, dalla Cortellesi in giù. Cosa è successo al senso critico degli italiani?
Non lo so, perché ciò che mi fa indignare fa uscire gli altri dalla sala con il sorriso. Nel film C’è ancora domani io non ho visto nessuna salvezza per quella donna, che è rimasta comunque a casa con quel mostro, per amore dei figli. Come sempre, del resto, sin dalla notte dei tempi. E se un film non inserisce un elemento di innovazione rispetto a ciò che è sempre stato a cosa serve? A niente. Questo secondo me, però
a me cortellesi era piaciuto proprio perché era disperato
Io però l’ho trovata una disperazione fine a sé stessa, senza possibilità di rivalsa. Quello che mi ha fatto più rabbia sono stati i figli che se la prendevano contro la madre e lei, per loro, è rimasta a subire