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Attualità

Trump e la Vespa

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Gregory Peck e Audrey Hepburn in "Vacanze romane" (1953)

New York 30 marzo – Oggi, La Repubblica, con Federico Rampini – che cita, a sua volta il Wall Street Journal – comincia ad identificare meglio le “vittime” dei preannunciati provvedimenti di Donald Trump, il presidente ormai meno amato della storia americana (36% di gradimento secondo Gallup).
Alla base della sua politica, un concetto semplicissimo: odio tutti, tranne gli americani ricchi e bianchi. Maschi prima. Femmine dopo, ma molto dopo e solo se hanno delle gran tette. I bambini solo se sono sani e forti se no li lascio morire togliendogli l’assicurazione.
Gli stranieri? Per carità, solo Russi. I Messicani sono dei violentatori e devono darci i soldi per un muro che ci invidieranno tutti: dai Pink Floyd alla Lego. Vorrei lo disegnasse Renzo Piano ma è italiano e non posso chiederglielo. Niente stranieri.
I Musulmani? Che se ne vadano alla montagna con Maometto, a meno che non vivano nei paesi dove io, il golfista, ho interessi economici e allora mi piacciono assai.
Gli Europei? Con quella loro aria snob frutto di secoli di cultura, arte e storia che quando loro inventavano il bidet noi stavamo ancora a sterminare indiani. Ora li punisco con tasse sui loro prodotti che sono belli e piacciono tanto a quegli americani liberal che, non so perché, ma continuano a dire che non sono bello e che aumento i dazi fino al 100% tanto per far crollare l’industria delle auto (che poi l’aveva salvata quello nero che a me mi sta antipatico assai perché dicono sia più bello di me. E persino intelligente. Cose impossibili per uno nato in Kenya).
Ora voglio boicottare la Vespa, la San Pellegrino, i formaggi, le carni (che quelli, gli europei, usano gli ormoni, invece a me piace la vita sana e per questo ho cancellato tutte le protezioni ambientali messe in atto sempre da quello nero nato in Kenya che ancora è amato ma io prima o poi lo batto).
Insomma, se ne stiano a casa loro a mangiarsi le loro brioche come avrebbe detto quel gran pezzo di gnocca di Maria Antonietta che se non tenevo già a Melania mi sposavo proprio con lei che almeno parlava con l’accento francese e non da “ragazza dell’est” che poi sembra che uno se l’è sposata perché ero ricco e lei no.
E poi, secondo me – che sono bello e intelligente – quelli un po’ di sculacciate, soprattutto gli italiani americani, se le meritano e gli piacciono pure. Perché altrimenti mi avrebbero votato e mi sostengono? E perché non hanno neppure fatto la giornata di chiusura quando c’è stato lo sciopero a sostegno di quegli sporcaccioni degli immigrati?
Perché loro sono come me, vogliono l’America grande di nuovo. Tanto grande che non la immaginano oltre il proprio giardinetto, in cui felicemente continuano a mangiare cose italiane, parlare italiano e frequentare italiani. Bianchi mi raccomando

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ANGELA VITALIANO

In un giorno di giugno, mentre sua madre stava per lasciare l’ospedale perché “non era ancora tempo”, decise di nascere e, solo per questione di minuti, non lo fece in ascensore, dimostrando subito che sarebbe diventata una gran rompiscatole. Dopo 18 anni a Salerno, si trasferisce a Napoli per frequentare l’Istituto Universitario Orientale, dove si laurea “con lode”. Con la città e’ amore a prima vista ma anche a seconda e terza. E’ quella, infatti, la città che mette in valigia nel 2007 quando, in maniera folle e sconsiderata, si trasferisce a New York per portare a termine un progetto ambizioso: ritrovare la felicita’. Attivita’ nella quale e’ ancora impegnata a tempo pieno. Felicemente. Giornalista di “inchiostro” e “immagini” e’ grata per l’ospitalità al Mattino di Napoli, all’Espresso, alla Rai, a Gioia, a Grazia e all’Huffington Post USA (in inglese). Ha pubblicato 4 racconti in diverse antologie di autori. E’ sicura che un giorno intervisterà Michelle Obama.

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