Un mese da ebreo

Nel quadro della collaborazione con inOltre

Di CARMELO PALMA

Ho terminato il mio mese da ebreo, trascorso a vedere l’effetto che fa, anche perché per capire che effetto fa essere ebreo non occorre neppure esserlo, basta essere riconosciuto per tale. Poi, come è noto, dal riconoscimento all’imputazione il passo può essere brevissimo e così quello dall’imputazione alla condanna e dalle parole ai fatti.

Per sembrare ebreo – nel mio caso, senza esserlo – è bastato indossare la kippah in tutti i luoghi pubblici – per strada, sul treno, sulla metropolitana, al cinema, al ristorante, al supermercato… –  cioè in tutti i luoghi in cui chiunque non mi conoscesse avrebbe potuto scambiarmi per un anonimo rappresentante del solo gruppo umano, dai cui membri sia pacificamente legittimo esigere un requisito di speciale meritevolezza individuale, per scriminare la colpa di un’appartenenza di rinomata perfidia.

Per proseguire la lettura clicca qui 

1 commento su “Un mese da ebreo”

  1. Giovanna Nuvoletti

    certo Netanyahu una certa mano al répechage dell’antisemitismo la sta dando. Pure sparare ai nostri vani diplomatici… un avvertimento?

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Torna in alto