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Vadetecum Guida al Voto di Febbraio 2013

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Il 24 e 25 febbraio, è molto complicato scegliere come usare il voto in modo che corrisponda perfettamente o si avvicini il più possibile alle preferenze e ai proponimenti di colui/colei che vota. Le ragioni sono molte.

1. una legge elettorale infame e un numero molto alto di concorrenti rendono difficile per non dire impossibile costituire una maggioranza e un governo stabili

2. l’offerta è molto varia e sollecita l’elettore in direzioni molto diverse. C’è chi si candida a governare, chi offre una scelta di identità, chi propone una alternativa complessiva all’attuale sistema

3. I voti di cui l’elettore dispone sono in realtà due, non uno. A parte il rinnovo dei Consigli in alcune regioni: è il voto politico ad essere sdoppiato fra Camera e Senato. Quando, come nel 2006, la competizione è fra due, la differenza non emerge. Quando in lizza ci sono, come questa volta, non due soli (le coalizioni maggiori) ma più concorrenti “significativi” (sono almeno 6: Bersani e i suoi progressisti, Berlusconi con la lega, Ingroia, Monti con i centristi, Grillo e anche Giannino) i diversi meccanismi previsti dalle legge per la Camera e per il Senato diventano decisivi. Infatti tutte le rilevazioni e le analisi preelettorali si concentrano sul voto per la“Camera alta”. Solo per dare un’idea: nel 2008 (a parte Trentino Val d’Aosta e Estero) solo 3 senatori andarono a una lista diversa dalle due maggiori di Veltroni e Berlusconi. Questa volta saranno sicuramente qualche decina.

Elleri, sollecitata da molti amici, pubblicherà nei giorni che ci dividono dal voto riflessioni di carattere esclusivamente tecnico, che aiutino cioè a orientarsi per decidere nel modo più consapevole. Eviterà accuratamente di usare argomenti che possano influenzare in alcun modo la scelta. Saranno considerati i casi presumibilmente più comuni, diffusi e standardizzabili; impossibile esaminarli tutti che – al limite – sono in numero pari a quello degli elettori. Ciascuno di noi, infatti, è un unicum irripetibile.
La rubrica la chiameremo Vadetecum perché sarai poi tu a decidere come comportarti il 24 e 25 febbraio. Questo servizio è stato affidato a Claudio Petruccioli. Da domani la prima puntata.

1 – Il voto per la Camera dei Deputati
2 – Una offerta con molte novità
3 – Il difficile voto per il Senato
4 – La tentazione di non votare
5 – Ogni voto è una testa Non fermarti alle percentuali
6 – Un italiano su tre ha cambiato rispetto al 2008

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CLAUDIO PETRUCCIOLI

Nella vita ho fatto molte cose, ho avuto esperienze diverse, ho conosciuto tantissime persone; alla mia età (sono nato nel 1941) possono dirlo più o meno tutti. Mi piacciono molto le esplorazioni di luoghi poco frequentati perché i più preferiscono evitarli Ci sono stati momenti in cui sono stato “famoso”. Ad esempio nel 1971 quando a L’Aquila ci furono moti per il capoluogo durante i quali furono devastate le sedi dei partiti, compresa quella del Pci, di cui io ero segretario regionale. Ma, soprattutto, nel 1982 per il cosiddetto “caso Cirillo”, quando l’Unità pubblicò notizie sulle trattative fra Dc, camorra e servizi segreti per la liberazione dell’esponente campano dello scudo crociato sequestrato dalle BR. Io ero il direttore de l’Unità e mi dimisi perché usammo un documento “falso”; che, però, diceva cose che si sono dimostrate, poi, in gran parte vere. Sono stato in Parlamento e nella Segreteria del Pci al momento in cui cadde il Muro di Berlino, e anche Presidente della Rai. Con queste funzioni sono stato “noto” ma non “famoso”. La fama te la danno i media. Io, durante il caso Cirillo, ho avuto l’onore di una apertura su tutta la prima pagina de La Repubblica: “Petruccioli si è dimesso”. Quanti altri possono esibire un trattamento del genere? PS = Una parte di queste avventure le ho raccontate in “Rendiconto” (Il Saggiatore) e “L’Aquila 1971” (Rubbettino)

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