Rosa confetto

Io l’ho immaginata soltanto, l’onda.
Limacciosa, spietata, cieca. Gonfia di detriti, carcasse d’auto mutilate, cassetti rubati a dimore senza più occhi.
E poi loro, le donne. Che accudiscono, proteggono, curano. Muoiono.

Evelina, l’edicolante cinquantenne. Un paio di scarpe speciali, riconoscibili. All’obitorio. Dal marito. Serena, nemmeno vent’anni, sul motorino. Andata a prendere il fratello a scuola. Angela, due volte l’età di Serena e chissà quanti pensieri. E Shpresa, Gioia e Janissa.
Una madre. Due figlie.
Una felpa di Hello Kitty. Rosa. Intrisa d’acqua sporca. Poi le mani che sfuggono, così piccole e scivolose.

Pochi secondi, per dire “Prendi anche me”.

Un pompiere sfila dall’onda la bambola spenta.
Non c’è verso, Hello Kitty piace a tutte le bambine.

Le braccia ampie e solide. Cerata e stivali grossi.
E la lingua a ripetere “Ti prego, svegliati, belìn”.

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