«Bella serata»
«Sì, sono stata bene»
«Meno male. Peccato non si sia vista la luna»
«Tante idee, progetti. Non saremo troppo vecchi per tutte queste cose?»
«Hai visto come è chiara questa sera? Sembra sia ancora estate»
«Avrei pure diritto a essere stanca…»
«Ci vorrebbe più poesia. Personalmente sento di non essere vicino al sentire della Merini, o di Montale»
«Non li metterei sullo stesso piano. Montale è su tutt’altri livelli»
«Meno male che te lo sento dire. Ho timore a esprimere riserve su certi nomi. È come parlar male di Garibaldi. Comunque mi sento più vicino a Lorca, Neruda, Quasimodo»
«Ognuno è poeta della propria lingua. Lorca e Neruda sono spagnoli»
«Appunto, io sono partenopeo. Ma dove sarà la luna?»
«Io mi sento vicina a Juan Ramon Jimenez e a Emily Dickinson»
«Tu sei di lingua universale»
«E questi che ci fanno, contro mano sul lungotevere, a mezzanotte, sui pattini? Tutti in fila»
«Sembrano fantasmi usciti da atri muscosi e fori cadenti.»
«No, sono solo americani fessi in gita sui pattini. Non puoi spegnere quel coso che continua a strillare? Te lo dico io come si arriva a casa mia»
«Non lo so zittire il navigatore. Lo spengo»
«Ecco, gira qua. È vietato contromano e pericoloso, ma noi lo facciamo sempre»
«Così però non vale. Ci riusciremo a mettere insieme tutti questi propositi? Avrei quasi voglia di essere stanco»
Siamo arrivati. Mi fermo.
«È davvero chiara questa notte. Ce la faremo bastare per i pensieri briachi»
«Sì. mezzanotte è passata. È già domani. E domani è un altro giorno e si vedrà. E se non ci si vede accenderemo la luce»
«Certo. L’hai presa tu la Luna?»