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Storia

Febbre all’alba

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Ho avuto il privilegio di tradurre diversi titoli di narrativa ungherese ebraica, quasi tutti direttamente o indirettamente attinenti all’Olocausto: il magnifico Azarel di Károly Pap (Fazi) perché l’autore morì a Bergen-Belsen nel gennaio del 1945; l’autobiografico Partenza e ritorno di György Konrád (Keller) in cui il grande intellettuale racconta la disfatta e la scomparsa fisica della sua comunità di ebrei assimilati ma anche la sua miracolosa salvezza di bambino; il tragico diario della tredicenne Éva Heyman intitolato Io voglio vivere che ricorda molto da vicino Anne Frank (Giuntina); le pagine sull’assedio di Budapest e la persecuzione degli ebrei in Non davanti ai bambini di András Nyerges (Elliot); la terribile storia della banda di nazisti di padre Kun in Ritratto di madre, in cornice americana di Miklós Vajda (Voland); ma anche un romanzo ottimista e divertente con persino un lieto fine.

Nel suo bestseller internazionale Febbre all’alba pubblicato da Bompiani, il regista cinematografico Péter Gárdos ricostruisce la storia d’amore dei suoi genitori, una storia particolarmente interessante perché negli anni il padre Miklós divenne un esponente di primo piano del giornalismo ungherese.
Miklós ha venticinque anni quando si aprono i cancelli del campo di concentramento di Bergen-Belsen, la sua futura moglie appena diciotto. Entrambi erano detenuti senza poter sperare in un futuro. Nell’aprile del 1945 i due, due larve umane, non si conoscono ma vengono trasportate entrambe in Svezia in campi sanatori nel tentativo di recuperarli alla vita. Lui però ha una grave malattia polmonare, i medici gli danno pochi mesi di vita. Che però vuole usare per innamorarsi e sposarsi e invia la stessa lettera a 117 ex-detenute ungheresi ricoverate in Svezia. Una delle risposte è quella giusta; ne nasce una corrispondenza, malgrado tutto i due riusciranno a incontrarsi, e lui anche a sconfiggere la malattia. Una storia gioiosa, commovente, romantica, e soprattutto vera.

Miklós e Ágnes Gárdos il giorno del matrimonio

Miklós e Ágnes Gárdos il giorno del matrimonio

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ANDREA RÉNYI

Di origine ungherese, romana d'adozione, traduttrice editoriale e portatrice di tanti ricordi.

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