Tanti anni fa ebbero un successo travolgente i romanzi d’appendice (in francese “feuilleton”): intrecci avvincenti e complessi, in genere di argomento amoroso. Noi proviamo a proporre una versione moderna, pubblicando a puntate storie brillanti e adeguate ai nostri tempi. Ogni settimana appariranno sulla rivista due brevi capitoli; il titolo sarà sempre “Romanzo d’appendice” seguito dal numero della puntata. Il titolo del primo romanzo è “Nothing is Real”, di Giorgio Cavagnaro. Una storia che ha molto a che fare coi Beatles ma ancora di più col buffo sottobosco degli sgangherati artisti romani di mezza tacca. Con un numero impressionante di colpi di scena!
E’ un tentativo. Vediamo come va. Questa è la seconda puntata e ripetiamo questo avviso per tre volte. Poi basta (La Redazione)
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Grande, quel film italiano che ha vinto l’Oscar. Fotografa in modo impietoso la Roma decadente del terzo millennio. Una certa Roma, però. Non quella di Zippo e Gualtiero, che ne è la replica di serie B.
E d’altra parte, in questa festa non certo all’altezza di quelle di Jep Gambardella, l’humus è quello che è e gli incontri sono quelli che sono: Elvira Persichetti, costumista di medio livello, anni 47 ben portati, che vediamo confabulare fitto fitto con la sua assistente Rosy, brunetta dotata di un certo sex appeal.
Alvaro Libonatti, regista di film brevi e brevissimi, quasi istantanei, classificatosi terzo nel grande contest regionale che dava diritto a partecipare a ‘’La lunga notte dei corti ’’, evento tra i più prestigiosi in programma per l’”Estate Ciociara”.
Ermes Cogliani, attore non più giovanissimo, sempre misurato e attento, soprattutto alla corretta trascrizione del suo cognome. C’è perfino Ulrico Bozzi, ex tastierista dell’indimenticato Gegè da Ischia (e i suoi Mojitos), ex “collettone” di Rita Pavone (perfettamente riconoscibile in un Carosello del cornetto Algida datato 1966), ex proprietario del mitico “Peppe’s”, primo vero locale romano alternativo cui tanto deve la gioventù anni ottanta del Casilino, infine approdato alla cultura hard, con la produzione di film porno, di nicchia ma di notevole successo. E tanti altri.
Su tutti la star, il pluripremiato padrone di casa, l’inarrivabile God Jeff che ha già assaporato l’inebriante sensazione del successo mediatico, andando in televisione per più di venti secondi su Canale 5. Di spalle, d’accordo. ‘’Libero’’ aveva recensito l’evento col titolo ‘’Una performance del cazzo’’, e anche questo non è il massimo. Ma l’importante, ormai lo sanno tutti, è essere sul pezzo, sempre. E lui sul pezzo c’era, eccome. Perfino il grande Flavio Abete (sì, proprio lui) aveva preso le sue difese sul suo network personale, ‘’Telediscuti”, dedicandogli alcune battute, sferzanti, dirette alla stampa borghese, bovina e corrotta.
Gualtiero non ama affatto God Jeff. È arrivato da una mezz’ora e sta già meditando di accomiatarsi con discrezione. Sta solo aspettando il momento adatto, quando finalmente finirà ‘’Siamo chi siamo’’ di Ligabue (Clicca qui) e attaccherà magari un pezzo più vigoroso, magari dei Metallica, che nell’ambiente vanno tanto. Appena possibile si avvicinerà a Maricla per un doveroso saluto e poi, via, pioggia o non pioggia.
Il fatto è che ora lei è impegnata a ricevere un nuovo arrivato. Uno fradicio dalla testa ai piedi, con un grugno antipatico. O forse solo esasperato. Il fradicio sta dicendo qualcosa a Maricla e Gualtiero si avvicina istintivamente alla porta di casa, un po’ per cogliere l’attimo giusto e defilarsi, un po’ per ascoltare quello che i due hanno da dirsi.
L’ antipatico sta blaterando qualcosa tipo ‘’Non so se è peggio il giaccone marcio che c’ho incollato addosso o la canzone che state sentendo.’’
Non è antipatico, è solo esaurito all’ultimo stadio, decide Gualtiero. (Continua)
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Esilarante!
E questo è niente!
👌🏻👍🏻